L’anno magico di Jannik Sinner, tennista numero 4 al mondo e primo italiano nel ranking ha dei segreti: ecco di cosa si tratta
C’era una volta il tennis italiano. C’era, certo, perché ora tutto sembra cambiato grazie a un solo, splendido giocatore: Jannik Sinner. L’altoatesino, classe 2001, quarto al mondo e primo in Italia, nel 2023 si è fatto uomo, maturo, a tratti imbattibile – chiedere ad Alex de Minaur nella finale di Coppa Davis, o a Novak Djokovic, battuto per due volte in due settimane dal nostro talento – e di segreti, dietro questa crescita esponenziale, ce ne sono parecchi.
Secondo il suo allenatore, Simone Vagnozzi, intervistato da ‘Il Messaggero’, uno dei fondamentali – che hanno portato alla vittoria dell’insalatiera per gli azzurri, ma anche i quattro titoli Atp che gli hanno fatto eguagliare il record di Adriano Panatta (dieci) – è stato proprio il servizio, sul quale Sinner ha lavorato soprattutto dopo la terra rossa di Roma e Parigi.
“Ho sempre pensato al Foot Up come tecnica che più gli si addiceva – ha spiegato al quotidiano romano il coach del tennista di San Candido -. Quando ha perso subito al Roland Garros ci abbiamo lavorato e già a Wimbledon abbiamo visto i progressi con le prime battute”. A cambiare, ha detto ancora Vagnozzi, è stato anche un piccolissimo movimento del piede sinistro, che gli consente di far entrare di più l’anca, e il lancio della palla, ora più basso, e quindi meno visibile, e prevedibile soprattutto.
Al di là dei segreti e dei nuovi punti di forza del nostro Sinner, il suo allenatore ha dato sicuramente un voto positivo all’annata magica del talento altoatesino, in cui sicuramente ci sono stati anche dei momenti non sempre al massimo, concisi, appunto, con lo Slam francese e gli Internazionali Bnl d’Italia. Ma ci sta, no?
Sì, ci sta, rispondiamo direttamente noi. Anche perché per il 2024 il 22enne numero 4 al mondo vuole non solo migliorare il suo ranking, ma portare a casa anche un trofeo del Grande Slam, il suo tallone d’Achille fino a ora.
L’obiettivo, come ha spiegato lo stesso Vagnozzi, è proprio quello di crescere ancora per consacrarsi definitivamente e precocemente come il miglior tennista italiano di sempre, con buona pace di quel Nicola Pietrangeli che, ora, ha trovato pane per i suoi denti, o meglio qualcuno che possa polverizzare i suoi record. Il ragazzo si è fatto, per parafrase De Gregori, e si continuerà a fare.
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