Zlatan Ibrahimovic torna al Milan per la terza volta, ora da dirigente. Cosa implica l’incarico per RedBird ed il ruolo nel club rossonero.
Nel momento potenzialmente più buio della stagione il Milan prova ad accendere una speranza: Zlatan Ibrahimovic. È il suo terzo ritorno. Per una strana coincidenza anche stavolta dopo una sconfitta a Bergamo con l’Atalanta.
Quella volta era il 21 dicembre 2019 e vennero segnati sempre 5 gol, in quel caso tutti nella porta rossonera, ma la sostanza è la stessa. Il Milan doveva giocarsi il tutto e per tutto tanto quanto dovrà farlo adesso per salvare la stagione e non vanificare tutto il processo di crescita iniziato proprio col ritorno dello svedese quattro anni fa.
Stavolta però Ibra il suo peso non lo farà sentire in campo, ma fuori. L’annuncio non è di per sé una sorpresa, anzi. Il corteggiamento tra l’ex bomber e Gerry Cardinale va avanti già da un po’ e i diretti interessati hanno più volte lasciato intendere che nuove pagine di storia condivisa sarebbero state scritte. L’aspetto più misterioso dell’operazione, almeno finora, era però quello legato al ruolo che lo svedese sarebbe stato chiamato a svolgere.
Ibrahimovic-Milan atto terzo: il nuovo ruolo dello svedese
Il ritorno di Zlatan Ibrahimovic al Milan è ufficiale, o meglio Ibra stando a quanto si legge dal comunicato diramato da RedBird diventa Partner Operativo della proprietà statunitense per il suo portafoglio di investimenti nei settori Sport, Media e Intrattenimento. In questa veste, ricoprirà anche il ruolo di Senior Advisor della Proprietà e del Senior Management di AC Milan. Questo significa che tecnicamente Ibra non è propriamente rientrato nel Milan, ma è entrato in RedBird, per la quale svolgerà anche ruoli che riguardano il Milan.
La domanda che ora si stanno ponendo i tifosi però è un’altra: oltre alle nomine e le etichette, cosa significa questo ruolo, quali mansioni prevede e in che maniera si inserirà negli attuali equilibri rossoneri? Innanzitutto il fatto che Ibrahimovic sia entrato in RedBird e non nel Milan lo pone, detto in maniera spicciola, in una posizione inferiore sotto soltanto a quella di Cardinale, unico a cui deve quindi rendere conto.
Un “braccio destro” del proprietario americano, come del resto aveva anticipato lui stesso. Ibrahimovic quindi in ambito rossonero assumerà più importanza di tutti, anche dello stesso ad Giorgio Furlani, avrà quindi voce in capitolo sul mercato e anche sulle scelte di Stefano Pioli. La chiave di lettura più verosimile fa apparire dunque questa mossa come una sorta di “commissariamento” da parte di Cardinale nei confronti dell’attuale dirigenza oltre che dello stesso tecnico, che ora saranno tenuti d’occhio più da vicino da Zlatan che ne farà le veci a Milano.