Dal documentario su Alex Marquez firmato DAZN è emerso un nuovo retroscena incredibile della faida tra Rossi e Marquez, una rivalità talmente accesa da toccare anche i fratelli
Quella gara di Sepang del 2015 rimarrà per sempre nella testa di Valentino Rossi e nell’immaginario di tutti i suoi tifosi. Una stagione fantastica del 9 volte campione del mondo lo stava avvicinando al suo decimo titolo iridato. Da superare c’era però la concorrenza del compagno di squadra Jorge Lorenzo, il fortissimo pilota spagnolo che già in passato era riuscito a sconfiggere il suo collega italiano.
Nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere che a mettersi in mezzo tra i due litiganti ci sarebbe stato un altro contendente. Un pilota che in quella specifica stagione non aveva più alcuna possibilità iridata. Il suo unico collegamento con il duello di casa Yamaha era l’astio creatosi con Valentino Rossi che da piccolo era il suo idolo e che in pista si era trasformato nel suo rivale più agguerrito. Marc Marquez quel giorno decise di mettere il suo zampino in quel mondiale creando così una ferita insanabile nel corpo e nella mente di Valentino Rossi. La loro rivalità prosegue ancora oggi nonostante Rossi si sia ritirato, con continue stoccate al veleno tra lo spagnolo e i suoi “adepti” contro i figliocci della VR46 Academy.
Una grandissima novità è emersa grazie al documentario girato da DAZN sul fratello minore di Marc Marquez, Alex. Stando alle parole del pilota della Ducati, così come confermato anche dall’ex team manager Yamaha Petronas Razlan Razali e dal fratello Marc, nel 2019 Alex sarebbe dovuto approdare in Yamaha, proprio nel team satellite sotto la gestione del manager malese. Razali in gran segreto gli fece firmare un accordo di 3 anni con la Petronas. Il primo di questi Alex lo avrebbe disputato in Moto2, poi in contemporanea al passaggio di Quartararo nel team Yamaha ufficiale, Alex sarebbe salito in top class nel team satellite della casa di Iwata.
“Il contratto fu in effetti anche firmato“, confermano Razali e Marc, ma la Yamaha venuta a sapere di tutto ciò pose una sorta di veto. “Nessun Marquez può gareggiare con la nostra M1“ questa sarebbe stata la risposta di Yamaha, ancora ferita per quanto accaduto nel 2015 a Sepang. Del resto Yamaha deve tantissimo a Valentino Rossi. Il suo tradimento alla Honda per passare nelle mani degli ingegneri di Iwata e poi quella storica vittoria in Sud Africa proprio contro una Honda del rivale Max Biaggi, riempiono ancora gli occhi e la mente degli appassionati.
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