Umberto Calcagno, presidente dell’AIC, ha lanciato un messaggio allarmante per il futuro del calcio: la denuncia in vista dei prossimi anni.
Il calcio italiano ha celebrato i migliori giocatori della scorsa stagione di Serie A nell’annuale appuntamento del Gran Galà del Calcio. Sul palco si sono susseguite tantissime stelle tra cui Victor Osimhen, grande artefice dello scudetto del Napoli e vincitore del premio grazie alle votazioni dei colleghi.
Alla cerimonia non hanno partecipato soltanto i calciatori ma tanti altri personaggi del mondo del pallone, tra cui allenatori come Luciano Spalletti, dirigenti e cariche istituzionali. Non poteva mancare Umberto Calcagno, presidente dell’AIC (Associazione Italiana Calciatori) che da diverse edizioni organizza questa serata.
L’ex centrocampista, successore di Damiano Tommasi e in carica da circa tre anni, ha sfilato sul red carpet soffermandosi insieme alla stampa per rispondere alle domande dei giornalisti presenti. Il tema principale e più interessante del suo intervento ha riguardato il futuro di questo sport volto sempre più allo spettacolo e meno all’attenzione della salute fisica e mentale dei suoi protagonisti.
E’ da un po’ di tempo che diversi allenatori e giocatori si lamentano dell’aumento del numero di partite in calendario. L’appello però non sembra importare alle varie federazioni che guardano ognuna al proprio tornaconto personale senza ascoltare realmente queste richieste. A breve infatti saranno introdotte nuove competizioni che obbligheranno a uno sforzo ancora maggiore di quello attuale le squadre.
La UEFA è pronta a esordire con una formula inedita della Champions League mentre la FIFA ha rinnovato completamente il Mondiale per Club. Uno scenario che inizia a preoccupare Umberto Calcagno: “Dal 2019 col sindacato mondiale denunciano che si gioca troppo. I dati sugli infortuni e sulle prestazioni dei calciatori a fine stagione o dopo un certo numero di partite ravvicinate sono abbastanza evidenti. Ormai ci sono rilevanze scientifiche che ce lo dicono, purtroppo non è una cosa che possiamo risolvere l’AIC con la Lega di Serie A anche se la prossima settimana ci troveremo per parlarne perché è qualcosa che riguarda anche i calendari internazionali”.
A questo proposito continua: “Mi preoccupa tanto la nuova Champions League e ancora di più il nuovo Mondiale per Club perché non i ragazzi delle nostre squadre che parteciperanno quando riusciranno a staccare. Noi abbiamo fatto un direttivo solo su questo argomento proprio insieme alla Nazionale durante l’ultimo raduno. E’ certamente una cosa importante ma ogni volta che se ne parla sembra quasi parlare delle vacanze dei calciatori e quindi voler ottenere chissà che cosa ma per sportivi di altissimo livello che oggi giocano a un’intensità molto maggiore rispetto al passato e si allenano un decimo (per mancanza di tempo) rispetto a 15 anni fa”.
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