Il tecnico biancoceleste torna sulla gara di Salerno e ne parla anche con il patron laziale che non è contento di nulla
Dall’assumersi qualche responsabilità a puntare il dito. Tutto questo nel giro di nemmeno quarantottore. Le parole e il piccolo (si fa per dire ndr) dietrofront sono di mister Maurizio Sarri. Dopo la disfatta di Salerno aveva detto chiaro e tondo che “se sapessi che fosse solo colpa mia, me ne andrei” per poi rimettere le cose su un’altra direzione e chiamando in causa la squadra, avvisando che “se certe cose (il riferimento è al carattere e alla mentalità ndr) le hai, bene, altrimenti la tattica è inutile“. Frasi che il tecnico ha riportato prima della sfida con il Celtic. Una partita che per la Lazio vorrebbe dire quasi dentro o fuori dalla Champions.
Non è un momento facile e soprattutto felice nel quartier generale di Formello, dove pare ci sia un po’ di scoramento per i risultati, ma, sotto sotto, anche nei confronti del tecnico. Non perché è antipatico o perché qualcuno gli vuole giocare contro, ma sono quelle classiche cose che all’interno di una squadra di calcio possono avvenire dopo una lunga militanza, per abitudine o perché gli stimoli non sono come quelli dello scorso anno o come c’erano prima. Sono situazioni che arrivano e poi conviverci non è semplice a meno che non si trova una chiave diversa e un modo per ripartire. E a questo, naturalmente, dovrebbe pensarci proprio l’allenatore.
“Ora risposte sul campo non a parole”. E intanto Lotito chiama tutti a rapporto
E’ lui, Maurizio Sarri che, essendo il “comandante” della nave, ha il compito di trovare la soluzione più idonea, anche perché il suo lavoro non è solo quello di mettere undici uomini in campo e altrettanti in panchina e finisce tutto. No parte del suo lavoro, con un ingaggio assai alto, è anche quello di capire e comprendere, insieme al suo staff super qualificato, le cose che non vanno, quali sono e come correggerle. Nel calcio moderno, l’allenatore è una sorta di uomo a tutto campo e alcune situazioni, il tecnico bravo ed esperto qual è Sarri, almeno fino adesso, non è riuscito a gestirle nel migliore dei modi. Esempio? Motivare o rimotivare il vecchio gruppo e inserire i nuovi nel miglior modo possibile, soprattuto dal punto di vista tattico. Ci sono alcuni giocatori che quando giocano, danno la sensazione di non saper quello che devono fare.
Dall’alto il presidente della Lazio Claudio Lotito osserva e quasi in silenzio lascia passare. Riflette sul da farsi e valuta come agire. Prima prima cosa e come società è intervenuto il direttore sportivo Fabiani che ha parlato alla squadra in maniera piuttosto rude e ruvida, anche se la maggior parte dei giocatori, pur rispettando il ruolo, non è che abbiano proprio accettato di buon grado. Lì dentro chi veramente viene rispettato è il presidente Lotito che è andato a Formello e ha cercato di capire, parlando prima con il tecnico. Nonostante le dichiarazioni e le esternazioni pubbliche, tra i due, Sarri e Lotito, non è che ci sia lo stesso feeling di quando è arrivato. Rispetto tanto, ma forse la fiducia sta cominciando a scemare, soprattutto da una parte.