Mark Bresciano coltivatore di cannabis: l’ex centrocampista ha ora una nuova vita divisa tra calcio e nuove attività lavorative
Un vero e proprio decano della Serie A con 247 gare disputate e 31 reti all’attivo. Ha vestito le maglie di Empoli, Parma, Palermo e Lazio tra le altre e l’Italia è ormai la sua seconda patria. Ci riferiamo a Mark Bresciano, ex centrocampista italo-australiano
Appesi gli scarpini al chiodo, ha iniziato a lavorare per la Federcalcio australiana, che necessita di ex calciatori di spicco per innalzare sempre più il movimento; ciò nonostante, ha anche quasi cambiato vita, dedicandosi a tutt’altro. Lavora nel campo del settore immobiliare ma aveva una sorta di debito con l’Italia, come lui stesso ha ammesso in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.
E così, in una sorta di spola poco comoda, la sua vita si disloca tra Melbourne e la Sicilia, 10 ore di fuso orario e circa 23 di viaggio, tra volo e scali aerei. Ed è lui stesso a raccontare il suo ritorno nel calcio italiano. “Ho conosciuto l’imprenditore edile Rosario Pelligra in Australia; desiderava acquistare un club di calcio italiano e gli abbiamo consigliato il Catania io ed il mio amico Vincenzo Grella“.
Il Catania, ripartito dalla D dopo il fallimento ed ora in Serie C. Ma l’obiettivo è davvero ambizioso. “Mi sento responsabile della scelta che con Rosario e Vincenzo ho fatto; io mi occupo di amministrazione e gestione, loro dei fatti di campo. Il gruppo di lavoro costruito è importante, l’obiettivo è creare una solida base perché il Catania deve arrivare e restare in alto“.
L’Italia, peraltro, è la sua seconda casa. “La Serie A è stata un sogno sempre ed in Sicilia ho ritrovato la passione per il gioco del calcio” ha spiegato, ricordando anche la sua vita da calciatore. Emerson il calciatore più difficile che abbia mai affrontato, Fabio Cannavaro e Miccoli i più simpatici, Nakata colui con cui aveva legato a Parma.
Ed il gol a cui è più legato? “Dei tre a San Siro, quello nel 2006 decisivo per il primo successo del Palermo a Milano; in quella squadra militavano Cafù e Nesta“, mentre l’esultanza diventata celebre, a mo’ di statua ha un segreto particolare. “Con l’Empoli iniziai nel ’99 ma in quel periodo giocavo poco e con il tecnico ero arrabbiato. Così al primo gol non esulto, lo guardo restando immobile. E da lì è nata l’esultanza” ha spiegato; ha anche ricordato il periodo buio degli scontri tra tifosi del Palermo e del Catania in cui perse la vita l’ispettore di polizia Raciti.
Bresciano, come dicevamo, non si occupa solo di calcio; in Australia, infatti, coltiva anche cannabis. “Si tratta di un mercato in espansione; la coltivazione e l’uso a scopo ricreativo sono legali in Australia. La mia azienda fa ricerche e test per utilizzarla in ambito medico. Ci preme che le persone che soffrono, vittime di patologie particolari, la possano utilizzare per avere sollievo dal dolore“.
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