Arbitri, Rocchi sottolinea: “Dico sempre che noi siamo un servizio e non i protagonisti”. Dichiarazioni importanti del designatore di Serie A
In questi giorni si sta svolgendo a Roma il Social Football Summit, una sorta di meeting a cui partecipa una parte degli stati generali del mondo del calcio. Procuratori, dirigenti, manager sportivi e anche una parte delle istituzioni hanno presenziato all’evento in corso di svolgimento nella Capitale. Nel corso del pomeriggio sul palco della manifestazione è salito anche l’attuale designatore degli arbitri di Serie A, l’ex fischietto fiorentino Gianluca Rocchi che ha risposto ad alcune domande rivoltegli dai giornalisti presenti alla manifestazione. Finito spesso sotto accusa sia ai tempi in cui dirigeva le partite sia nel nuovo ruolo di ‘capitano’ dei fischietti italiani, Rocchi ha espresso un chiaro auspicio per il futuro.
“Ripeto sempre ai miei ragazzi che noi non siamo i protagonisti della partita, ma rendiamo un servizio al mondo del calcio. Da sempre sostengo che quando una partita finisce se nessuno si ricorda di noi vuol dire che abbiamo vinto“. In realtà è capitato allo stesso Rocchi in più di un’occasione, negli anni in cui arbitrava ed era considerato il numero uno tra i fischietti italiani, di finire al centro di roventi polemiche a causa di qualche direzione di gara tutt’altro che irreprensibile. Ma ora il nuovo ruolo impone maggiori responsabilità e qualità da leader che Rocchi ha dimostrato di possedere.
Tra le pieghe delle sue riflessioni, il designatore di Serie A ha poi azzardato un confronto con un altro sport che in questo periodo ha suscitato grande entusiasmo tra i tifosi italiano. Parliamo del tennis che dopo quasi mezzo secolo vede un atleta italiano tornare ai vertici del ranking mondiale. Rocchi fa riferimento alle Atp Finals e alle grandi prove fornite dal nostro Jannik Sinner: “Alla fine di un incontro l’arbitro è entrato in campo ed è stato applaudito da tutto il palazzetto. Il giorno in cui lo sentirò fare su un campo di calcio sarò l’uomo più felice del mondo“.
Una speranza, un auspicio forse non realizzabile. Non è mai accaduto e forse mai accadrà che un arbitro di una partita di calcio venga salutato dagli applausi dei tifosi di un intero stadio. Il sogno di Rocchi è destinato con ogni probabilità a restare ben chiuso in un cassetto.
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