Ex portiere e allievo di De Zerbi, ma laureato in filosofia ora capolista in Francia col Nizza, il Napoli lo segue per il dopo Garcia.
Il recente passato ha dimostrato come per possedere i fattori essenziali per diventare l’allenatore del Napoli vadano fatte valutazioni piuttosto singolari. Le ambizioni finanche la stessa “presenza” di una figura come De Laurentiis, come dimostrato dalle sue scelte, escludono di fatto profili già affermati e vincenti, altrimenti non sarebbe andata com’è andata per personaggi del calibro di Benitez e Ancelotti.
Il Napoli però ormai è tornato a tutti gli effetti una grande del nostro campionato e che vuole dire la sua anche in campo internazionale, motivo per cui una semplice “scommessa” o una via di mezzo possono non funzionare in una piazza particolare come quella del capoluogo campano.
Serve una forma mentis differente e la capacità di affrontare con “filosofia” tutta una serie di dinamiche. Non sembra un caso dunque che le attenzioni delle alte sfere del club partenopee abbiano rivolto le proprie attenzioni verso Francesco Farioli, attuale tecnico del Nizza. Toscano, ma già giramondo, laureato in filosofia che un passo alla volta sta iniziando a riscuotere gradimenti importanti e nulla di tutto questo è casuale come stiamo per vedere.
Tutto quello che c’è da sapere su Francesco Farioli
Quando Francesco Farioli è arrivato al Nizza non è stato accolto con entusiasmo, ma le cose in poco tempo sono drasticamente cambiate in meglio. Lo scorso anno la squadra rossonera era arrivata nona e oggi è capolista di Ligue 1. Guardando i numeri, con soli 13 gol fatti e 4 subiti in 11 partite, si potrebbe pensare ad un “difensivista”, ma la realtà è molto diversa. Luis Enrique dopo aver perso 3:2 al Parco dei Principi ha detto che il Nizza è una squadra molto difficile da affrontare, con uno stile di gioco affascinante grazie al suo tecnico.
Tanti dettagli che compongono un mosaico decisamente interessante, a partire dal fatto che l’allenatore nato estremo difensore e che si è laureato in filosofia con una tesi dal titolo “L’estetica del calcio e il ruolo del portiere”, è un classe ’89 il che lo rende più giovane anche di alcuni calciatori che allena, ma lui risponde: “L’importante è essere credibili e essere onesti nella comunicazione“.
Non è un caso se si possono già trovare sue frasi che un giorno potrebbero diventare delle massime di culto, come quelle di Mourinho. “L’evoluzione della specie avviene come risultato di caso e necessità, proprio come nel calcio. Nella lotta per la vita, si salvano le specie che sono più abili ad adattarsi alle circostanze e alle necessità che via via si presentano“. La circostanza è capitata quando in Turchia da allenatore dei portieri si è ritrovato a essere lanciato nel 2021 come allenatore della prima squadra al Fatih Karagümrük, dove partì benissimo ma poi crollò.
Prima però la sua esperienza l’aveva portato già ad assaggiare la Serie A come preparatore dei portieri a Benevento (quando il portiere Brignoli segnò al Milan per indendrci), quindi al Sassuolo con De Zerbi, il nuovo pupillo di Guardiola. Idee, personalità, risultati, innovazione e capacità nella comunicazione sono sicuramente i suoi punti forti, tanto quanto la modestia: “Io rappresento la categoria degli ultimi, non ci possiamo permettere rilassamenti, se andiamo a 999 c’è qualcuno che ci mangia“. La sua carriera è una delle avventure più interessanti del panorama calcistico attuale, ma ben presto potrebbe trasformarsi in una storia dai risvolti ancora più esaltanti.