Var, il fuorigioco semiautomatico nella bufera: l’episodio incriminato

Il Var continua a lasciare dubbi: nella bufera finisce il fuorigioco semiautomatico, l’episodio incriminato e la possibile risoluzione

Il fuorigioco, almeno da quando esiste, è fonte continua di polemiche. Individuarlo, per i guardalinee, spesso è più complicato che spezzare un atomo per un mal di testa pressocché all’ordine del giorno. Sembrava tutto risolto con l’arrivo della tecnologia; non solo il Var, ma anche il fuorigioco semiautomatico, sperimentato prima nelle competizioni Fifa e poi esteso ai campionati nazionali.

Niente più cervellotiche segnalazioni, niente più occhio di falco di chi deve alzare la bandierina, perché c’è una macchina e l’intelligenza artificiale preposte a farlo. Un bel sospiro di sollievo per tutti i guardalinee ma le polemiche non si sono certo esaurite, anzi. Sono emerse ancor più veementi dopo Juve-Verona e soprattutto dopo aver ascoltato il dialogo in sala Var relativo al gol annullato a Kean.

L’attaccante bianconero era oltre il calciatore scaligero per pochi centimetri, circa due, una distanza inferiore al margine di errore della macchina, che può variare dai 7 ai 15 centimetri. Un bel problema, perché di fatto si è scoperto come la macchina non sia infallibile.

Var, la possibile soluzione sul fuorigioco

Il Var e l’Avar nel centro federale di Lissone sono apparsi in grande difficoltà nell’individuare l’esatta posizione di Kean e soprattutto se fosse in fuorigioco oppure no. “Se prendo il frame precedente, il gol è buono, con quello successivo è in fuorigioco” si sente nitidamente. Nessuna certezza di individuare il momento esatto, perché nel primo frame, quando Bremer ha ancora il pallone attaccato al piede, Kean è in posizione regolare; in quello successivo, con la sfera già calciata, scatta l’offside.

Var fuorigioco bufera
Un direttore di gara al Var: fuorigioco nella bufera (Ansa Foto) – Tvplay

La macchina opta per segnalare il fuorigioco, prendendo per buono il secondo frame; d’altronde il regolamento indica come va individuato il frame in cui il pallone si stacca dal piede dell’assistman, nella fattispecie Bremer. Il vero fotogramma, quello che servirebbe davvero, però, non c’è, “colpa” di una telecamera da 50 fotogrammmi al secondo.

La macchina, quindi, non è infallibile e sebbene questa possa essere “corretta” dall’intervento umano, di certo nessuno andrebbe a contraddire l’intelligenza artificiale. Come si può risolvere? Con telecamere da 1000 fotogrammi al secondo, come quelle puntate nelle aree di rigore, oppure, più semplicemente, modificare la regola del fuorigioco, tornando al concetto di luce che se da un lato non risolverebbe il tutto, dall’altro potrebbe quantomeno evitare problemi analoghi in futuro. In gare più combattute, con la posta in palio più alta e dove una decisione del genere sarebbe decisiva per il risultato finale, beh, la bufera mediatica è di fatto dietro l’angolo.

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