Il Milan è in crisi dopo la sconfitta con l’Udinese: Pioli non rischia la panchina, la dirigenza prepara le sue mosse e si aspetta una reazione
In casa Milan il tonfo contro l’Udinese è stato ancora più sordo dei recenti risultati negativi, dai ko contro Juve e PSG fino al pari di Napoli. I friulani, infatti, non avevano mai vinto in questo campionato e l’exploit di San Siro ha solo aperto ufficialmente la crisi a Milanello e dintorni.
La gara peggiore della stagione per i rossoneri, però, non ha portato a conseguenze importanti per Stefano Pioli; il tecnico è rimasto al suo posto – anche se sotto osservazione – anche perché la squadra è con lui. Il PSG domani, poi, di certo non ha suggerito ribaltoni epocali, anche perché la sfida e Mbappé e compagni è decisiva per il cammino europeo dei rossoneri.
La dirigenza è ovviamente consapevole di quel che sta accadendo, ma al contempo c’è ancora fiducia nel tecnico e nel progetto tecnico creato in estate con la rivoluzione ampia in fase di mercato. Se Moncada e Furlani non si sono presentati a Milanello all’indomai del ko con l’Udinese – e non lo faranno nemmeno oggi – nel centro sportivo del club è atteso invece il patron Cardinale, giunto dagli Stati Uniti per vedere la gara con il PSG.
Milan, Cardinale in città: riunione con Ibra
Un viaggio programmato quello del numero uno di RedBird e quantomai provvidenziale, vista la situazione. Non è scontato, però, che incontri la squadra mentre ha in programma una riunione con Ibrahimovic. Cardinale spinge per mettere sotto contratto lo svedese come consulente personale dagli ampi poteri e conta di chiudere la trattativa in fretta.
Pioli, come detto, al momento non rischia però il suo lavoro è attenzionato da vicino e saranno decisive, per lui, le gare con PSG e Lecce. Due successi fungerebbero da colpo di spugna sulla crisi in atto, perché rilancerebbero i rossoneri in ottiva ottavi di Champions League e terrebbero la squadra in lotta per il titolo. Al contempo, due sconfitte farebbero sprofondare nel baratro il Milan e soprattutto Pioli, con le voci sull’esonero a quel punto che correrebbero incontrollate.
La squadra vista ad Udine ha dato l’impressione di essere slegata al limite dell’inguardabile ed i fischi del Meazza al 90′ sono stati considerati giusti da Pioli che si è assunto ogni responsabilità. Non mancano, però, le attenuanti; in poco più di 90 giorni ben 21 infortuni che hanno privato il tecnico di pedine fondamentali, mentre l’attacco è diventato sterile, con Giroud a corrente alternata e Jovic ed Okafor impalpabili, come contro l’Udinese. Involuto anche Reinjnders, la stella più luminosa delle prime gare della squadra, senza dimenticare gli sfoghi di Calabria e Giroud ed una troppa dipendenza da Leao.