L’Inter vola prima in classifica sopra la Juventus seconda e il Milan terzo: cosa dice l’andamento delle milanesi degli ultimi anni rispetto a questa stagione?
La classifica parla chiaro: con la vittoria contro la Roma, i nerazzurri volano primi a 25 lunghezze, due punti sopra la Juventus e tre punti dal Milan terzo in classifica.
Un podio corto, stretto e imprevedibile, che vede poi al quarto posto l’Atalanta con 19 punti e il Napoli appena una lunghezza sotto.
Chi vince non si ripete: perché Garcia non può essere tranquillo
Se fra gli anni dieci e i venti del 2000, la Serie A era diventata uno dei campionati più prevedibili del mondo, con la Juventus a fare incetta di scudetti, arrivando a vincerne ben nove di fila, dalla rivoluzione bianconera, con l’arrivo di Andrea Pirlo in panchina, chi ha vinto non si è mai ripetuto.
La Serie A 2020-21, infatti, se l’è aggiudicata l’Inter: l’armata nerazzurra, guidata da Antonio Conte, ha alzato il cielo il trofeo totalizzando la bellezza di 91 punti finali, siglando 89 reti e portando a stagione finita una media punti pari a 2.4.
A fine anno, però, è arrivato l’addio del mister, con Simone Inzaghi a lasciare la Lazio per prendere la guida del club: non si è ripetuta, in ogni caso, la compagine campione in carica, tenendo comunque un andamento molto simile (media punti di 2.3 e gol fatti 84), ma sette punti di meno, che non gli hanno permesso di festeggiare il tricolore.
L’Inter nella stagione 2021-22, infatti, è arrivata seconda dietro ai cugini del Milan, allenati da Stefano Pioli, che ha vinto il tricolore arrivando a fine campionato con appena due punti in più. La cosa incredibile è stata che i rossoneri hanno tenuto la stessa media punti dei cugini (2.3) segnando molto meno (appena 69 volte).
Un tricolore che ha permesso al diavolo di raggiungere i rivali a 19, ma senza poi riuscire nell’intento di bissare il successo: alla fine della stagione 2022-23, infatti, il Milan segnerà appena 64 reti, tenendo una media di 1.8 punti a partita e chiudendo al quarto posto con 70 lunghezze (quinta posizione senza la penalizzazione comminata alla Juventus per lo scandalo plusvalenze).
Se il diavolo è arrivato quarto, ad alzare al cielo il trofeo ci ha pensato il Napoli di Spalletti, a 33 anni dall’ultima volta. Un percorso epocale, ineccepibile, in cui gli azzurri erano lanciati verso lo scudetto già a gennaio.
Eppure, nonostante ciò, il passaggio dal tecnico di Certaldo a Garcia non sta pagando: dopo dieci giorni gli azzurri sono quinti con 18 punti, mentre con Luciano erano primi con ben 26 lunghezze.
I gol segnati sono pressappoco quelli, 25 contro 22, ma la media punti è di molto peggio, essendo passata da 2.6 a 1.8; anche quest’anno sembra che ripetersi sia impossibile, in un campionato dove ormai chi festeggia a giugno già sa che ripetersi sarebbe un miracolo piuttosto che un obbligo.