Il Milan esce sconfitto dalla prova di maturità contro la Juventus e ora tornano i grandi interrogativi. Il problema principale sono i gol.
La sfida contro la Juventus di domenica sera che ha visto il Milan non solo uscire sconfitto, ma anche perdere la testa della classifica, racchiude tanti significati. Dopo una sosta per le nazionali passata tra l’entusiasmo per la vetta solitaria e i timori per eventuali coinvolgimenti nel caso scommesse per via della confessione di Tonali, il Diavolo si è presentato alla supersfida con più dubbi che certezze.
Si temeva la debacle per colpa di Mirante, invece è arrivata un po’ per ingenuità e un po’ per sfortuna. Dall’espulsione sciocca di Thiaw che avrebbe potuto temporeggiare alla deviazione di Krunic che ha tradito l’ottimo terzo portiere rossonero. Non è dato sapere se e come il Milan avrebbe vinto se avesse potuto disputare tutta la partita in parità numerica, c’è però un dato che a prescindere da tutto ora inizia a preoccupare: i gol.
Per molti non è una sorpresa, anzi, è la più fulgida dimostrazione che la tanto osannata campagna acquisti estiva ha sicuramente cambiato volto al centrocampo e offerto maggiori alternative per mezzali e trequartisti, ma la sostanza del gioco del calcio fino a prova contraria resta fare gol e il Milan semplicemente non ha attaccanti che fanno gol, non in quantità da top club perlomeno.
Milan, l’attacco non morde e si sapeva
Alcuni ben informati sapevano da tempo quello che adesso appare come un’ovvietà. Il Milan farà, o almeno si è ripromesso di fare, un grande investimento per la punta nell’estate 2024. Anche perché il titolare ha da poco spento 37 candeline e non è più Zlatan Ibrahimovic, fenomenale e carismatico, ma Olivier Giroud generoso ma coi suoi limiti. Uno è sempre stato proprio quello dei gol, insomma il suo lo fa e va in doppia cifra, ma non è un bomber e non segna dal 1 settembre, senza contare che dei 4 gol segnati 3 sono su calcio di rigore.
Rafael Leao da par suo compensa con assist e colpi di magia, ma uno con le sue doti e le sue capacità potrebbe e dovrebbe fare ancora di più. Il portoghese infatti “surfa” costantemente tra prestazioni pazzesche ad altre che danno adito a dubbi sul fatto che possa o meno essere il fuoriclasse che tutti dipingono, anche lui è a secco da un mese. Il vero valore aggiunto della stagione dovrebbe dunque risiedere in Christian Pulisic, che sta dando qualità, sostanza e anche un numero finora sorprendente di gol, così come Noah Okafor. Loro due sono senza dubbio i segni più tangibili di un salto di qualità nel reparto avanzato a cui può aggiungersi anche Samuel Chukwueze e magari addirittura Luka Jovic.
Intanto però la stagione non aspetta e senza i gol pesanti non si va lontano. Una grave mancanza della campagna acquisti che, in attesa del grande investimento, avrebbe potuto prevedere un’onesta via di mezzo come poteva essere Mehdi Taremi, magari non andandolo a trattare nell’ultima settimana di mercato. Ora il conto rischia di essere già salato e arrivare dalla Champions League, torneo in cui il Milan finora ha segnato 0 gol in 2 partite e ora è atteso dalle sfide più difficili, quelle col PSG, da cui dipenderà il destino europeo del Diavolo.