Milan, i sostituti non aiutano Pioli: per lo Scudetto serve una svolta

Milan deludente contro la Juventus, perde in casa il secondo big match in nove giornate, dimostrando alcuni limiti importanti.

Il Milan perde, la Juventus festeggia e l‘Inter sorride. E’ questo il resoconto finale della partita di ieri sera di San Siro tra rossoneri e bianconeri. Un big match molto tirato, risolto da un gol di Locatelli, proprio come anni ma con maglie opposte. Questa volta, a disperarsi è la squadra di Stefano Pioli che, oltre a perdere il primato in favore della squadra di Simone Inzaghi, si ritrova a segnare la seconda sconfitta in campionato dopo solo 9 giornate.

Un dato alquanto preoccupante, derivante anche dal fatto stesso che questa squadra, quando non può seguire un determinato copione tattico, perdere completamente la sua efficacia e la sua forza tecnica. Certo, il dover giocare in dieci contro undici per un tempo di gioco, sicuramente non ha facilitato il Milan ma questo non va a nascondere quelle che sono le problematiche di una squadra che da troppo tempo si poggia sempre sugli stessi uomini.

Milan, il piano B per lo scudetto

Indubbiamente il rosso di Thiaw al 40′ per fallo su Kean ha complicato non poco i piani di Stefano Pioli. Se però l’uscita di un calciatore come Pulisic porta a spegnere l’interruttore del gioco rossonero, vuol dire che qualcosa non va. A questo si aggiunge anche la presenza di Kalulu, Florenzi, Musah e Adli: tutti calciatori su cui il Milan ha deciso di puntare e che ieri però non sono riusciti ad essere realmente incisivi come i titolari. Se poi si va a fare un confronto tra Romero e Rejinders, a quel punto tutto diventa ancora più impietoso e diventa ancora più complicato parlare di scudetto.

Milan
Pioli e il Milan di nuovo sconfitti (La Presse, TVPlay)

Perché la partita di ieri contro la Juventus, oltre a generare la seconda sconfitta in 9 gare di campionato, ha anche confermato che questo Milan non ha delle vere alternative all’undici titolare. Un problema serio per una candidata allo scudetto e che vuole parallelamente lottare per la Champions League. Considerando tutti gli investimenti fatti questa estate, sorge il dubbio che siano stati fatti in maniera corretta così come, ci si pone la domanda del perché, per l’ennesima stagione ci si poggi completamente su Giroud. Un solo attaccante, per quanto forte possa essere, non può bastare per poter competere ad alti livelli ma tale discorso sembra non esser ancora stato recepito in via Aldo Moro o forse, non è di primaria importanza.

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