Marusic, pistola puntata alla testa: il racconto è scioccante

Adam Marusic è stato vittima di una brutale aggressione: il racconto scioccante della notte di terrore vissuta dal difensore della Lazio.

La Lazio ha vinto la trasferta di Sassuolo anche grazie all’ottima prestazione di Marusic che ha letteralmente “annullato” l’avversario perù pericoloso ovvero Berardi. Una grande prova a livello difensivo per il terzino montenegrino che assume ancora più valore se si considera l’incredibile fatto accaduto pochi giorni prima.

Dalla Serbia infatti è arrivata una testimonianza scioccante di uno dei suoi manager, Uros Jankovic, che ha vissuto una notte di terrore insieme al giocatore di Sarri. Nello specifico, dopo la partita della Nazionale, Marusic è andato a festeggiare il suo compleanno (il 17 ottobre ha compiuto 31 anni) con la madre, la moglie e la sorella in un ristorante di Belgrado in compagnia anche del suo procuratore.

Una cena tranquilla fino all’uscita dal locale quando si è consumata una violenta aggressione ai loro danni. In particolare nei confronti di Jankovic, picchiato da una banda di malviventi sotto gli occhi anche di Marusic che è stato tenuto fermo con una pistola puntata alla testa. Un vero e proprio agguato, mentre stavano salendo in auto per tornare a casa, in cui il suo manager ha riportato la frattura dello zigomo e della gamba sinistra venendo successivamente trasportato in ospedale per essere operato.

Dal racconto si scopre come il terzino della Lazio, nonostante la complicata situazione, abbia aiutato e difeso in qualche modo il manager limitando i danni: “E’ un eroe, senza di lui avrei rischiato la vita”. Un gesto di grande coraggio che ha tenuto nascosto per evitare di condizionare le scelte di Sarri, dimostrando un’enorme tenuta mentale perché in questi casi può esserci un grosso contraccolpo psicologico.

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