Arrigo Sacchi ha dichiarato che nella sua squadra lascerebbe Rafael Leao in panchina: i tre motivi per cui la sua tesi non ha senso.
In queste ore hanno sorpreso le dichiarazioni di Arrigo Sacchi che, in un’intervista rilasciata alla “Gazzetta dello Sport”, ha dichiarato che nella sua squadra un giocatore come Rafael Leao resterebbe in panchina. Un’affermazione che ha scatenato la reazione contraria dei tifosi del Milan. Ed effettivamente non hanno tutti i torti.
Di solito le parole di Sacchi fanno infuriare i tifosi dell’Inter, solo di recente quelle sul gioco di Inzaghi, ma stavolta anche quelli del Milan non sono d’accordo con una sua teoria. Alla vigilia della 9.a giornata di Serie A, in cui rossoneri comandano la classifica, è scoppiato un caso riguardo a Rafael Leao.
L’ex storico allenatore del Diavolo ha messo in discussione l’attaccante portoghese, criticato per alcune sue presunte caratteristiche più a livello personale. Un’uscita pubblica, simile alle “sparate” di Cassano, che ha poco senso analizzando i numeri e le testimonianza dirette di chi lo vede tutti i giorni come Stefano Pioli ma non solo.
Sacchi, Leao in panchina: perché la sua teoria è sbagliata
Il calcio è vario perché ognuno può dire la sua opinione, a volte anche controcorrente. Come il giudizio negativo di Sacchi nei confronti di Rafael Leao, la stella del Milan e uno dei migliori giocatori della Serie A. Il protagonista dello scudetto vinto dai rossoneri e in generale uno dei più forti degli ultimi anni non sarebbe un vero talento come quasi tutti decantano.
Per esempio Arrigo Sacchi che, senza paura, ha preso una posizione forte a riguardo non lo farebbe giocare: “Prima di prendere un giocatore guardavo molto la persona. E se non nasci con un certo temperamento, è difficile acquisirlo. Leao avrebbe tanto, tantissimo, e credo sia assolutamente un bravo ragazzo. Nel calcio però si gioca in undici, tutti devono correre e avere una posizione sul campo. Da noi correvano tutti”.
Un pensiero che, al netto che Leao debba sicuramente migliorare alcuni aspetti del suo gioco, sinceramente si fa fatica a comprendere almeno per tre motivi. Il primo riguardo al “temperamento” del giocatore che dal campo sembra possedere, guardando le sue giocate abbinate a forza fisica e creatività oltre a un certo vigore nel carattere. Altrimenti non indosseresti la fascia di capitano del Milan.
Il secondo riguarda la persona che, da quello detto da Pioli e Maldini, non ha nulla di sbagliato: “E’ un talento pazzesco. Io sono un esteta grazie a mio papà e Leao è bello da vedere, è qualcosa di unico. Ha le carte in regola per diventare un top”, le parole dell’ex dirigente che sono in linea con quelle dell’attuale tecnico: “Ha sempre mostrato disponibilità e ha un potenziale incredibile: come tutti i ragazzi giovani ha avuto bisogno di sbagliare e fare esperienza. Non credo assolutamente che il suo percorso sia concluso”.
Infine il terzo motivo per cui sarebbe un delitto lasciare in panchina Leao è legato al sacrificio per i compagni che, guardando le statistiche sui km percorsi e sul numero di assist non ha nulla per essere rimproverato. Nelle ultime due stagioni è sempre andato in doppia cifra a livello di passaggi vincenti (13 nella stagione 21/22 e 15 l’anno scorso) mentre attualmente è già a quota 3 in campionato, dietro soltanto a Felipe Anderson (4) e Thuram (5) e nonostante tutto nelle ultime grandi vittorie dei rossoneri c’è sempre il suo zampino. Insomma, siamo davvero sicuri che Leao debba restare in panchina?