Dalla Serie C arriva una testimonianza inaspettata da parte di un calciatore: l’annuncio a sorpresa lascia spiazzati tutti i tifosi.
Per un calciatore non è facile restare sempre ad alti livelli e alcune volte devi accontentarti di scendere di categoria pur di giocare. E’ quello che è successo a Titas Krapikas, quest’estate sbarcato in Serie C dopo aver trovato poco spazio in Serie B. Una scelta convinta e presa a causa di alcuni fattori che stavano facendo male alla sua carriera.
Ormai non è più una rivelazione, visto dove è arrivato l’anno scorso, ma l’Audace Cerignola si sta confermando come una delle mine vaganti del Girone C di Serie C. Dopo essersi spinto fino agli ottavi dei playoff, persi col Foggia nella passata stagione, oggi si trova al settimo posto e soprattutto ancora imbattuto in campionato.
Il merito è anche del suo nuovo portiere, Titas Krapikas, che ha lasciato la Ternana per sposare il progetto dei pugliesi dove è diventato uno dei protagonisti. Il classe ’99 lituano infatti si è preso subito la maglia da titolare tra i pali come non era riuscito mai a fare nelle sue precedenti esperienze, considerate negative dal punto di vista personale.
Krapikas, la rivincita a Cerignola: “Stare fuori mi ha ucciso”
In questi mesi Titas Krapikas sta vivendo la sua rinascita dopo anni molto difficili passati quasi sempre in panchina prima allo Spezia e poi alla Ternana. In quattro stagioni ha messo insieme appena 6 presenze nel campionato cadetto (più qualcuna in Coppa Italia), le stesse già accumulate in Serie C con la nuova maglia dell’Audace Cerignola.
Oggi il 24enne lituano è felice, come raccontato ai microfoni del “Corriere dello Sport”, ma non è ancora al massimo della sua condizione perché il passato è stato molto duro: “Non giocavo da tanto prima di questa stagione, le due stagioni con la Ternana mi hanno spezzato le gambe”.
Un’espressione forte per dire che, senza giocare, è calato dal punto di vista fisico ma non solo: “Per un portiere questo pesa di più perché anche allenandosi non si ha mai la stessa concentrazione della partita. Non giocando perdi tutto mentalmente, e questo ti uccide veramente. Perdi l’occhio, non capisci le traiettorie e le distanze, è tutto molto diverso”.
Ora però per sua fortuna ha trovato una squadra che lo valorizza: “Cercavo una società in cui potermi esprimere, una società che mi permettesse di giocarmi le mie carte e non dove ci fossero gerarchie prestabilite. A Cerignola mi è bastato parlare con il direttore e il presidente per accettare, la trattativa è durata un giorno”.