In Serie A si sta ritornare faticosamente a parlare di calcio giocato con le parole al miele su Samardzic, destinato a grandi cose.
Il caso scommesse è riuscito ad eclissare addirittura il big match tra Inghilterra e Italia andato in scena ieri sera al Wembley Stadium di Londra. La sfida era molto importante in chiave qualificazione per Euro 2024 per gli Azzurri di Luciano Spalletti, che si sono presentati all’appuntamento non soltanto scossi dal clima di terrore che serpeggia tra i calciatori, ma anche decimati, viste le defezioni obbligate di Zaniolo e Tonali, che si sono aggiunte alle assenze di Immobile, Chiesa e Zaccagni.
Quella conclusasi col match di ieri è stata senz’ombra di dubbio la pausa per le nazionali più movimentata degli ultimi anni. Adesso però è tempo di tornare ad occuparci del campionato di Serie A, ben consci che il ciclone scatenato e orchestrato da Fabrizio Corona sembra tutt’altro che un ricordo, anzi soltanto all’inizio.
C’è però anche chi prova a parlare di calcio e basta, come l’ex Udinese che ha rilasciato un’intervista a Tuttosport in cui ha indicato il suo ex compagno Lazar Samardzic come uno dei milgiori talenti in circolazione e predice per lui un futuro da top player. Vediamo di chi si tratta.
Samardzic, il suo futuro è scritto
Negli ultimi tempi si è sentito spesso dire che nel calcio di oggi sono sparite “le bandiere” e forse è anche vero. Per fortuna però non sono ancora spariti i campioni e tra questi anche quelli che nel percorso che intraprendono per diventare tali lasciano indizi tali da risultare dei veri e proprio “predestinati“.
Marvin Zeegelaar, ex laterale dell’Udinese non ha dubbi e nell’intervista rilasciata a Tuttosport incorona l’ex compagno Lazar Samarzdic come uno di questi. Il centrocampista tedesco naturalizzato serbo è stato accostato in estate a tutti i top club della Serie A, ma alla fine è rimasto a Udine.
“Ha molte qualità, ma in prima posizione metto il dribbling – dice Zeegelaar – Era difficile stopparlo quando partiva palla al piede. Poi c’è il controllo del pallone ed il modo il cui lo calcia in porta. Non gli manca nulla per diventare un top player, ha tutto. Anzi, sono certo che lo diventerà. Gli serve solo un po’ di esperienza e malizia in più, ma verranno con il tempo, ha solo 21 anni. Ha anche la testa da campione, non soltanto i piedi. È professionale e cattivo, ma nel senso positivo del termine, è ossessionato dal migliorarsi per fare sempre meglio“.