Decreto crescita, sospiro di sollievo per la Serie A: la frase che chiarisce tutto. La manovra del Governo salva la norma ad hoc per le società di calcio
Una nota di agenzia uscita nella tarda mattinata di martedì ha fatto gelare il sangue a presidenti e dirigenti di Serie A. In base a quanto riportato si dava per certo che nella Manovra Finanziaria appena licenziata dal Consiglio dei Ministri fosse contenuto un provvedimento di cancellazione del famigerato Decreto Crescita, la norma approvata durante la pandemia che consentiva alle società di calcio di fruire di importanti agevolazioni fiscali sugli ingaggi di calciatori provenienti dall’estero. Questa ha consentito ai club della massima serie di poter ingaggiare giocatori di alto livello potendogli garantire ingaggi di prim’ordine.
A spiegare in sintesi in cosa consistesse il Decreto emanato in tempo di Covid dal Governo Conte è il giornalista Alessandro Giudice del Corriere dello Sport, grande esperto di economia, intervenuto in diretta su TvPlay: “In un regime fiscale normale, se devo pagare 5 milioni annui netti il corrispettivo lordo è di 10 milioni, ovvero il doppio. Il Decreto Crescita consente ai club di versare solo 6.5 milioni di euro lordi. Come si può notare è una bella differenza. I club hanno abusato di questo Decreto Crescita prendendo anche giocatori meno forti ma che costavano meno”.
Decreto Crescita, falso allarme: le norme salva-club restano in vigore
Nel pomeriggio, dopo che il panico si era diffuso tra i presidenti di Serie A, un articolo pubblicato su Calcio&Finanza ha fatto tirare un sospiro di sollievo a tutti. Secondo il portale non ci sarebbe nessuno stop alla possibilità per il mondo del calcio di usufruire dei vantaggi fiscali del Decreto Crescita. La novità emersa ieri al termine del Consiglio dei Ministri, infatti, non dovrebbe riguardare gli sportivi professionisti. C’è una frase contenuta contenuta nel comunicato reso noto dal Governo al termine del Consiglio dei Ministri che dovrebbe tagliare la testa al toro: “Invariate le disposizioni per i ricercatori, professori universitari e lavoratori dello sport già previste”.
Ciò significa che la norma non sarà cancellata per gli sportivi. Restano dunque i vantaggi per chi sposta la propria residenza in Italia, con i redditi prodotti in Italia che vengono pesati solo al 50% in termini fiscali. Il provvedimento continuerà a funzionare come fatto finora. Lo stesso Alessandro Giudice ha fatto riferimento all’articolo in questione, mantenendo un briciolo di scetticismo in merito: “Sarebbe stato un colpo durissimo da incassare per i club di Serie A. Se quanto riportato da Calcio&Finanza è vero, allora si è parlato del nulla. Bisogna vedere nella finanziaria cosa accadrà”.