Urbano Cairo all’alba dei 18 anni di presidenza racconta il giorno dell’acquisto del Torino ma anche gli anni bui
Urbano Cairo compie 18 anni; non certo l’età anagrafica ma gli anni di presidenza con il Torino. Un vero e proprio amore indissolubile, quasi di famiglia come ha raccontato in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, in cui ha ripercorso anche i momenti in cui è diventato proprietario del club granata.
La mamma tifosissima del Toro che spingeva affinché lui potesse acquistare il club, le pressanti richieste dell’allora sindaco del capoluogo piemontese Chiamparino e le titubanze iniziali di lui. “Il 2 settembre 2005 prendo il Toro e faccio la squadra in una settimana” ha raccontato, svelando come, su consiglio di un amico direttore sportivo, ingaggia per la panchina Gianni De Biasi, “il mio Ferguson che ho chiamato e licenziato più volte“.
La prima gara da presidente la vittoria contro l’Albinoleffe; “un tifo incredibile, 3000 persone; disputiamo un buon girone d’andata, poi caliamo e ci giochiamo con il Mantova la promozione allo spareggio. Perdiamo 4-2 l’anadata, al ritorno vinciamo 3-1 davanti a 60mila spettatori ed alla festa promozione De Biasi mi prende sulle spalle“.
Ha definito “un dovere imprescindibile” acquistare marchio e coppe dalla fallimentare e ricorda anche l’anno buio della retrocessione. “Un dolore ed una delusione per me perché ero reduce da anni esaltanti. Mi sono però rimesso in pista e puntando sui giovani da far crescere con Ventura e Petrachi”.
Ha ammesso di avere ottimi rapporti con Ventura e Mazzarri, mentre con Sinisa era schietto e sincero. “Con Juric ci siamo piaciuti subito, mi piace il suo calcio aggressivo” ha spiegato svelando anche la partita che ricorda con piacere; “Athletic Bilbao-Torino 2-3, Europa League, febbraio 2015. Anzi, no… Torino-Fiorentina 4-0, gennaio 2022. Una partita da cannibali, pazzesca. Il top. La tengo nel telefonino“.
“Belotti? Volevo mettere la clausola da 100 per l’estero, a cena con Florentino Perez mi chiese tutto di lui. Lo voleva il Milan ma in prestito con un mezzo obbligo di riscatto. Un cannoniere da 26 gol. Belotti voleva andare al Milan, ci rimase male, gioca un brutto campionato. S’infortuna spesso. Non ho rimpianti, anche perché io guardo sempre avanti” ha poi ammesso, sostenendo come Bremer sia stato un grande difensore.
“Zapata l’avrei voluto acquistare prima, Glik era un ragazzo d’oro, a Buongiorno sono affezionato” ha poi aggiunto prima di una chiosa sul Filadelfia. “Sono contento che il Fila sia risorto sotto la mia presidenza“.
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