In Spagna continua a tenere banco il caso Negreira: l’ex presidente Rosell passa al contrattacco e lancia accuse ben precise
In casa Barcellona è lotta intestina e non certo nei confronti di Xavi per il secondo posto in classifica attuale, ad un punto dal Real Madrid capolista. Sono fattori extracampo ad animare la tensione in casa blaugrana, con Sandro Rosell, ex preidente del club, che a Radio Catalunya è tornato a parlare del caso Negreira.
Un caso che in Spagna ha tenuto banco a lungo – e lo è ancora – per una presunta corruzione dell’ex vicepresidente degli arbitri da parte del club catalano. Un’accusa che rivela come tramite terze società il club tra il 2001 ed il 2018 avrebbe versato circa 7,5 milioni di euro; al momento sono indagati gli ex presidenti Rosell e Bartomeu.
Addirittura, nel corso delle indagini, è stata accertata una sorta di fatto sistematico atto ad evidenziare rispetto agli altri club una disparità di trattamento se confrontata alle altre società. Da qui il cambio del capo di accusa iniziale da parte del giudice, passato da corruzione tra individui a corruzione di un funzionario pubblico oppure di un’autorità.
E proprio sul caso Negreira, Rosell ha detto la sua. “Ci hanno accusato senza prove, la Federazione ha sostenuto che sugli arbitri non c’è stata influenza. Non abbiamo vinto per gli arbitri ma perché in campo c’erano Messi, iniesta, Jordi Alba e Busquets; ci hanno accusato di omicidio senza sapere dove sia il cadavere. Nei confronti del Barcellona ogni 4-5 anni escono accusa inventate” ha attaccato.
Rosell, che frecciata a Joan Laporta
Rosell, ovviamente, non ha dichiarato di non conoscere Negreira, anzi. “Lo conosco, inviava al Barcellona i verbali arbitrali che ogni grande club riceve” ha spiegato. “I pagamenti, rispetto all’approvazione del consiglio di amministrazione, sono stati inferiori; ben 100 verbali l’anno per un prezzo di 4.000 euro l’uno, per un totale di 400.000 euro, con Negreira che quella cifra ha denunciato” ha spiegato.
Rosell ha poi toccato anche l’argomento di Joan Laporta. “Lo conosco da quando era un ragazzo, aveva 17 anni e non voglio crederci. Con lui sono arrabbiato, mi ha inviato un messaggio vocale ma ho deciso di non sentirlo“. L’ex presidente ha poi rincarato la dose. “Con lui sono arrabbiato, ci dovremo incontrare anche con Bartomeu per dirci tutto in faccia“.
Insomma, una situazione davvero bollente in casa Barcellona a livello dirigenziale, per una guerra intestina che sembra essere destinata a durare nel tempo trai gli ex presidenti del club e l’attuale numero uno della società blaugrana.