Napoli, Ancelotti torna al Maradona: cosa non funzionò nell’esperienza azzurra del tecnico

Carlo Ancelotti al Maradona da grande ex: cosa non ha funzionato nella sua esperienza napoletana ed il rimpianto del tecnico

La notte delle stelle al Maradona, perché domani arriva una delle squadre più forti del mondo, il Real Madrid di Carlo Ancelotti. Le notti europee da vivere tutte d’un fiato, quelle che infiammano i tifosi e caricano i calciatori, per sfide che solo la Champions League può regalare.

Nell’impianto di Fuorigrotta arriveranno le stelle in blanco ma anche Carlo Ancelotti, il grande ex, il più grande rimpianto di Aurelio De Laurentiis negli ultimi anni. Poco più di un anno sulla panchina azzurra per il tecnico di Reggiolo, capace di vincere ovunque e regalare ai madridisti l’ultima Champions League (e Mondiale per Club) in bacheca ma non di conquistare il Napoli.

Le sentenze sparate troppo velocemente, le malelingue dei tifosi immeritate per uno del suo calibro ed i risultati che non l’hanno premiato, sono stati poi decisivi per l’epilogo che né il patron tantomeno il tecnico avrebbero voluto. Un secondo posto al primo anno ed una Champions disputata a testa alta al primo anno, con eliminazione per mano del Liverpool alla fase a gironi colpa di una mera questione di differenza reti.

Napoli, dall’ammutinamento all’esonero: il rimpianto di Ancelotti

Al secondo anno la rivoluzione chiesta da Ancelotti e mai realizzata dal patron, anche per le poche richieste nei confronti dei calciatori azzurri, furono l’inizio della fine; il compromesso con Mino Raiola per il futuro di Insigne, la mancata cessione di Allan al PSG quando sembrava tutto fatto ed i mancati arrivi dei calciatori indicati dal tecnico come funzionali al progetto, da Theo Hernandez a Valverde (pilastro del suo Real) fino ad Ilicic ed Ibrahimovic.

Carlo Ancelotti Napoli
Carlo Ancelotti durante l’esperienza napoletana (Ansa Foto) – Tvplay

In campionato stentava, ma in Champions quel Napoli volava; la vittoria sul Liverpool fresco vincitore della Champions League, il pareggio ad Anfield ma la notte del 5 novembre 2019 lasciò strascichi indelebili e fatali. Fu il giorno dell’ammutinamento, i calciatori che voltarono le spalle a società ed allenatore optando per il non andare in ritiro.

L’inizio della fine, con il congedo l’indomani del 4-0 rifilato al Genk nell’ultima gara dei gironi, il 10 dicembre 2019 che certificò la qualificazione agli ottavi di finale della competizione. Il rimpianto del patron che aveva creduto fortemente in quell’uomo dal carisma e da una bacheca sconfinate ma anche il grande rimpianto di Ancelotti, stregato da Napoli, dal panorama mozzafiato della città e da un ambniente caldissimo che avrebbe voluto ripagare con un successo.

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