La Lazio cade anche a Milano e tra Sarri e Lotito volano gli stracci, ma non solo. L’allenatore se la prende anche con l’AIA, situazione tesa.
La partita di San Siro contro il Milan come da tradizione non ha sorriso ai colori biancocelesti. La sconfitta ad opera dei rossoneri va ad aggravare la partenza di stagione c’è anche il record negativo degli ultimi 36 anni, che aumenta il malumore tra i tifosi e non solo. Anche perché l’ambiente Lazio, eccezion fatta per la vittoria contro il Napoli e l’entusiasmo dato dal pareggio di Provedel contro l’Atletico Madrid, non sembra serenissimo.
Adesso c’è il match contro il Celtic da preparare, ma in tutta Formello riecheggiano ancora le parole pronunciate nel post-partita da Maurizio Sarri, che ovviamente non sono piaciute affatto a Claudio Lotito. Il tecnico biancoceleste infatti ha letteralmente destituito la Lazio dallo status di “big”, ma soprattutto ha riaperto una polemica che non sta passando in cavalleria.
Arrivano frecciate come se piovesse e molte, neanche a dirlo, sono per il presidente, reo di non averlo accontentato in sede di campagna acquisti. Sarri però non si limita ad attaccare Lotito e indirettamente anche gli stessi giocatori, ma si scaglia anche contro la stessa AIA, l’associazione italiana calciatori. Che succede ora?
La Lazio ha perso la quarta partita su sette, così come sette sono i punti messi in cascina finora, con la squadra che sembra una lontana parente rispetto a qualche mese fa, quando si laureò seconda forza del campionato. Un’involuzione che non può dipendere soltanto dalla partenza di Milinkovic-Savic, sebbene la non adeguata sostituzione del serbo rappresenti forse anche mentalmente un senso di downgrade.
Sarri però ha rincarato la dose. “Ho chiesto A e mi hanno dato X e Y“, sono delle sentenze che di propositivo hanno poco e nulla. Perché oltre all’attacco diretto al presidente Lotito si colpiscono anche gli stessi nuovi arrivati, che ora si sentiranno a dir poco sminuiti dal loro stesso allenatore, che evidentemente non sente proprio di avere “la Ferrari” sbandierata dal patron biancoceleste.
Non contento però Sarri si scaglia anche contro l’AIA, dichiarando che “manda i calciatori al macello“. Il riferimento è chiaro ed è sul ritmo che c’è tra gli impegni di campionato e coppe. In questo caso però la reazione della controparte è parzialmente benevola. Il presidente dell’associazione Umberto Calcagno ha infatti dichiarato di non accettare l’accusa di immobilismo, proprio perché sono d’accordo col tecnico della Lazio e a suo dire da anni perorano questa causa nei confronti di FIFA e UEFA.
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