Il giornalista Giancarlo Dotto è intervenuto ai microfoni di TvPlay.
“GARCIA, HO VISTO UN UOMO SOLO” – “La mia attenzione è caduta sulla fascia di Garcia all’uscita di Osimhen, quando ha fatto quella pantomima forte e terribile per l’immagine dell’allenatore. E’ la faccia di un uomo sgomento, sopraffatto da qualcosa più grande di lui. Mi ha indotto compassione. Ha fatto i suoi errori, per carità, probabilmente ha sottovalutato la difficoltà. Dire “scordiamoci il passato” è stato un suicidio. Ma in quel momento ho visto un uomo solo in una situazione fuori controllo”.
“GARCIA DEVE INVENTARSI QUALCOSA DI GENIALE” – “Garcia non lo conoscete e non lo conoscerete mai. Per quella che è la sua natura tira fuori il meglio di sé in un contesto dove non ci sono fantasmi e il terreno è pulito. Dove potersi presentare senza pregiudizi. E’ capitato nella situazione peggiore per lui. Il legame tra Spalletti e la città era fortissimo. Hanno condiviso un sogno straordinario ancora forte. Quando le cose chiudono in modo così prematuro il legame è ancora più passionale. Chiunque avrebbe trovato difficoltà. Lui non ha il callo, la corazza, la capacità di sostenere una cosa del genere. E’ una storia già scritta in partenza. Non ha trovato le contromisure. Ha cercato di sopravvivere dicendo fase infelici. O si inventa qualcosa per sopravvivere a Spalletti e entrare nella testa dei giocatori, ma deve inventarsi qualcosa di forte quasi come quello fatto da Osimhen, che si è preso il disagio di squadra e città. Deve fare qualcosa di altrettanto opposto e forte, altrimenti la partita è chiusa”.