Juventus, l’ex presidente Andrea Agnelli ha ricevuto attenuanti ed una riduzione della squalifica per la manovra stipendi
La Juventus e i conti, un problema che sembra non avere fine. Ricordate cosa accadde un anno fa? L’Inchiesta Prisma della Procura di Torino, i conti che non tornavano e l’azzeramento del consiglio di amministrazione, con il via ad un nuovo corso. Ecco, non sta accadendo qualcosa di simile anche in questo 2023, ma di certo lo spostamento della data – in un periodo compreso tra il 2 ed il 6 ottobre – dell’approvazione del bilancio da parte del cda con relativo spostamento dell’assemblea degli azionisti di certo non rasserena tutti.
Il nuovo bilancio bianconero, secondo le prime stime della Exor, dovrebbe essere in rosso di circa 115 milioni, una cifra notevolmente inferiore rispetto a quella di un anno fa (-239,3 milioni) merito anche e soprattutto dei tagli degli stipendi e degli ammortamenti. Il rosso in bilancio è acuito anche dalla mancata partecipazione alle coppe, quantificabile in 80 milioni e non è escluso un nuovo aumento di capitale considerato come si sia ridotto a 50 milioni il patrimonio netto della Juve. In casa bianconera, peraltro, sarebbe il secondo dopo i 700 milioni immessi tra il 2019 ed il 2021.
Come se non bastasse, sulla Juve pende anche la questione relativa a Cristiano Ronaldo; l’attaccante lusitano ha intentato causa al club per avere i 19,5 milioni spettanti e relativi ancora alla manovra stipendi, quando il calciatore rinunciò alle mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno nel 2021 per venire incontro alle esigenze del club in difficoltà per il Covid.
Una cifra che il club gli avrebbe garantito ugualmente – come incentivo all’esodo per il trasferimento in altra società oppure come bonus – sebbene mai corrisposta al calciatore; le parti se la vedranno al Collegio arbitrale della Figc, con l’attaccante che sostiene come non abbia mai rinunciato alla cifra spettante. E come se non bastasse, i legali del lusitano avrebbero presentato anche la “carta Ronaldo”, una sorta di promessa del club a versare i 19,5 milioni firmata da Fabio Paratici, allora dirigente del club.
Una carta che se da un lato per i bianconeri non ha valore legale in assenza dei moduli federali, per i legali del calciatore sottolinea la mancanza della Juve nel fornirli, proprio per motivi di bilancio.
Per quanto riguarda la manovra stipendi, invece, la Corte Federale d’Appello, pur riconoscendo ad Andrea Agnelli la violazione della lealtà sportiva, ha evidenziato delle attenuanti, in primis quella legata alla pandemia, poi la mancata incidenza del club sul piano del rispetto degli impegni finanziari e la durata limitata nel tempo delle violazioni del principio di competenza contabile. E così l’ex presidente si è visto ridurre la squalifica dagli iniziali 16 mesi a 10 mesi, da sommare ai due anni per la questione plusvalenze.
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