Zlatan Ibrahimovic a Milanello, una visita che fa rumore dopo la manita nel derby. La chiave di lettura non depone in favore di Pioli.
Il Milan di Stefano Pioli ha scritto una nuova pagina della storia del club, una pagina decisamente amara. La quinta sconfitta su cinque derby giocati nell’anno solare, oltretutto con un risultato altisonante come il 5:1 visto sabato a San Siro, sono un durissimo colpo a tutta la fiducia e l’entusiasmo con cui il nuovo Milan dei tanti nuovi acquisti di Furlani e Moncada aveva iniziato la stagione.
È bastata una partita, che tutti sapevano essere la più delicata a livello psicologico, a cancellare quanto di buono fatto finora. Tutti tranne uno probabilmente, viste le dichiarazioni prima e dopo il derby da parte di Pioli. Dichiarazioni che oltre ai tifosi però sembrerebbe che non siano piaciute nemmeno a Gerry Cardinale. Come spesso accade quando dopo una brutta sconfitta la dirigenza chiede un confronto col mister le voci che si sono rincorse hanno dipinto scenari di ogni tipo.
Tra queste c’era anche quella che dopo le dichiarazioni post derby Cardinale fosse furibondo con l’allenatore rossonero, che sarebbe stato salvato dall’esonero dallo stesso Furlani. Oggi però mentre si pensa ovviamente all’esordio in Champions League, un altro scossone è arrivato a Milanello. La “sorpresa” di Zlatan Ibrahimovic agli ex compagni è solo una visita di cortesia o c’è dell’altro? Ma soprattutto, anche ammesso che sia solo per caricare l’ambiente, come ne esce Pioli?
Ibra a Milanello oggi è un’altra sconfitta per Pioli
L’arrivo di Zlatan Ibrahimovic a Milanello questa mattina ha ovviamente fatto molto rumore. I primi commenti sono stati un mix di entusiasmo ed ironia, tra chi si rallegrava del ritorno dell’ex campione per spronare e caricare la squadra e chi già lo “incoronava” nuovo allenatore.
Tuttavia è bastato poco perché l’analisi a livello semplicemente “comunicativo” di questa visita prendesse il sopravvento. Quella di un clamoroso autogol da parte di Pioli, che deve ricorrere al “jolly” dopo solo quattro partite ufficiali. Dopo l’episodio di Roma in cui al momento di sostituire Loftus-Cheek Theo Hernandez e Leao si sono rivoltati contro il mister rossonero, la debacle di sabato può aver infatti già creato una crepa significativa se oggi alla vigilia del match col Newcastle l’allenatore rossonero si vede costretto a richiamare il totem per eccellenza per parlare con la squadra.
Che ci sia o meno un indizio per un eventuale incarico da team manager per lo svedese, sarebbe comunque una prova che oltre alla personalità di Pioli anche la fiducia in lui da parte dello spogliatoio in questo momento possa essere ai minimi storici. Decisamente un segnale non ben augurante per essere a metà settembre.