Il Milan si è sgretolato nel Derby: i rossoneri sono stati “traditi” dai nuovi acquisti. Da Loftus-Cheek a Reijnders e Pulisic, tutti sottotono
Un Derby da dimenticare, da cancellare quanto prima. Se le prime giornate avevano regalato un Milan competitivo ed in grado addirittura di competere per lo scudetto, la sfida contro l’Inter ha ridimensionato e non poco le velleità dei rossoneri.
I nuovi acquisti avevano fin qui impressionato e l’amalgama costruito in poco tempo da Stefano Pioli aveva sorpreso a più latitudini tutti gli addetti ai lavori. L’impatto di Loftus-Cheek a centrocampo e sopratutto quello di Pulisic in attacco avevano fatto sperare ben altro ai tifosi rossoneri, fin quasi a sognare di poter lottare per lo scudetto. Ed in effetti, le prime giornate con sole vittorie, avevano lascato intendere come la squadra rossonera potesse competere con le big della Serie A.
Un Milan costruito sulla carta ed in grado di dare filo da torcere a tutti, sfruttando la munifica cessione di Tonali al Newcastle per regalare a Pioli alternative valide in ogni settore, in grado di rendere la squadra rossonera il più completa ed attrezzata possibile.
Milan, prove incolori degli acquisti estivi
Il Milan, però, si è sgretolato nel Derby; sciolto come neve al sole sotto i colpi dell’Inter, dimostratasi più squadra, certamente più affiatata e più in palla dei rossoneri. E tra chi ha deluso maggiormente il tecnico sono stati proprio loro, i nuovi acquisti, quelli che dovevano regalare nuova benzina al motore rossonero.
Il centrocampo rossonero è stato completamente travolto da quello nerazzurro; Loftus-Cheek e Reijnders non sono riusciti a tenere testa a Barella e, soprattutto, Mkhitaryan, letale con i suoi inserimenti che hanno portato alla doppietta in grado di rendere ancor più rotondo il punteggio.
Malissimo i due centrocampisti rossoneri, anche Pulisic è apparso sottotono, ben al di sotto rispetto a quanto visto nelle scorse settimane. Probabilmente lo statunitense ha pagato il jet lag ed i viaggi intercontinentali, con l’arrivo a Milano a poche ore dal match, ma l’ex Chelsea non ha per nulla lasciato il segno, anzi.
Controllato senza troppi patemi da Dimarco in primis e Bastoni in ripiego, Pulisic non è mai stato in grado di tirare dal cilindro la giocata giusta, appiattendosi con il trascorrere dei minuti senza riuscire a regalare il cambio passo o regalare ai suoi compagni una spalla cui appoggiarsi per cmbiare l’inerzia di una partita che è sembrata chiara fin dai primi minuti di gioco.