Massimiliano Allegri sta rivoluzionando a suo modo la Juventus e la scelta sta pagando. La vittoria per 3-1 contro la Lazio è solamente a un ennesimo che permette ai bianconeri di volare secondi in classifica a 10 punti.
Se negli ultimi giorni avevamo menzionato la rivoluzione di Federico Chiesa, con il ragazzo ex Fiorentina reinventato seconda punta alle spalle di Dušan Vlahović, mossa fruttuosa sotto il punto di vista realizzativo, adesso l’attenzione si è completamente spostata su Weston McKennie.
Il centrocampista statunitense era stato definitivamente surclassato, definito fuori dal progetto tecnico nella scorsa stagione, quando si era deciso di mandarlo in prestito, con la speranza che si decidesse di riscattarlo.
Rivoluzione Juve: dopo Chiesa ecco… McKennie
Questione di dettagli. Nient’altro che questo. Questione di momenti perché nel contratto di McKennie dello scorso anno c’è scritto che se il club dovesse raggiungere la salvezza in campionato, allora il calciatore verrebbe riscattato obbligatoriamente.
Ma l’Everton inizia correre a qualche gara dal termine e il Leeds retrocede, incatenando Gnonto alla seconda serie inglese, con il centrocampista statunitense che invece se ne torna da dov’era arrivato.
Cambio di prospettiva, quindi, ma fino a un certo punto. I bianconeri provano cederlo per tutta l’estate, senza mai riuscirci; rimanendo in squadra controvoglia, Massimiliano Allegri decide comunque di sfruttarlo, dimostrando una capacità di adattamento niente male.
E così si arriva alla gara di ieri, non la prima che Weston gioca in questa stagione a Torino. Ha disputato 45 minuti alla prima giornata contro l’Udinese, poi uno squarcio di partita con il Bologna e la prima gara da titolare ad Empoli. La seconda di fila negli 11 di partenza la gioca con la Lazio, dove entra prepotentemente in partita da protagonista.
Sul goal del vantaggio della vecchia signora è lui a recuperare il pallone sulla linea di bordo campo (occasione che creerà una marea di polemiche). In occasione del raddoppio, partecipa al triangolo con Miretti che porterà poi alla rete di Federico Chiesa. Il 3-1, invece, nasce da un suo lancio calibrato alla perfezione per Dušan Vlahović, con il serbo che realizza.
Un ruolo nuovo quello che gli viene affidato, con Allegri che ha già rimischiato le carte: niente Weah-Cambiaso sulle due fasce, bensì Kostic sulla mancina ad attaccare e McKennie, che spesso aveva già schierato in quel ruolo ma dalla parte opposta, sulla destra a dare equilibrio.
Una mossa azzardata, difficile, ma che al momento sta rendendo. Forse, questo sì, l’ennesima sensatissima genialata senza senso di Massimiliano Allegri.