La Juve al momento ha deciso di non replicare al duro sfogo di Bonucci: la ricostruzione della vicenda dal punto di vista della società.
La discussa vicenda tra la Juve e Bonucci si concluderà probabilmente davanti a un giudice. Un finale infelice di una lunga storia costellata di tante gioie personali e successi per l’ex capitano bianconero, protagonista di un durissimo e controverso sfogo rispetto alla versione ben diversa della società.
C’è qualcosa che non torna nelle dichiarazioni di Bonucci, rilasciate ai microfoni di “Sportmediaset, a un paio di settimane dall’amaro addio alla Juve prima di trovare nuova casa in Germania, precisamente all’Union Berlino. La sua verità dei fatti non sembra corrispondere temporalmente ai segnali e indiscrezioni che sono usciti negli scorsi mesi.
Una serie di contraddizioni rispetto ai resoconti del club che comunque, per il momento ma probabilmente per sempre, ha preferito non replicare pubblicamente alle accuse dell’ex difensore. Ci sarà tempo e modo di farlo a questo punto nelle aule di tribunale dove il giocatore cercherà di essere risarcito per i presunti danni morali e sportivi subiti.
Bonucci, la sua verità non convince: cosa pensa la Juve
A seguito della sorprendente intervista di Bonucci si sta provando a ricostruire passo dopo passo i fatti di questa intricata vicenda con la Juve. Ognuno, compreso gli stessi tifosi, si è fatto la sua idea ma la cosa certa è che le due parti hanno posizioni molto difformi tra loro. L’indegno trattamento a cui il difensore fa riferimento non trova riscontro nei pensieri della società anche a fronte di prove concrete.
Come riportato da “Tuttosport”, sono tanti i dettagli forniti da Bonucci che fanno riflettere e sarebbero in contraddizione con quanto realmente accaduto. Per esempio il 36enne azzurro parla di una volontà reciproca di rinnovare di contratto, in scadenza a giugno 2024, ma dalla società non arrivano conferme in tal senso perché l’idea per il suo futuro era ben diversa.
Nello specifico il club aveva proposto un saluto in grande stile alla fine della scorsa stagione in occasione della partita col Milan, l’ultima giocata in casa. Un tributo davanti ai tifosi, come recentemente riservato all’amico ed ex compagno Chiellini, che però lo stesso giocatore avrebbe rifiutato. Inoltre il classe ’87 dice di essere stato umiliato dai dirigenti che sarebbero venuti a casa sua per comunicargli l’esclusione dal progetto quando invece i colloqui, anche l’agente, si sarebbero svolti tempo prima e la stessa commozione nell’ultimo match giocato con l’Udinese crea più di qualche sospetto.