Walter Della Frera, membro della commissione Antidoping della FIGC, è intervenuto ai microfoni di TvPlay
“LA POSITIVITA’ DI POGBA NON è LEGATA ALLO STAFF DELLA JUVE” – “Bisogna aspettare le controanalisi, che, di solito, non sburgiandano mai la prima analisi. La positività del calciatore non credo sia legato allo staff medico della Juve. Dall’esterno non posso sapere cosa abbia fatto il calciatore di sua spontanea volontà”.
“ECCO COME FUNZIONA IL MECCANICO DELLE CONTROANALISI”– “La controanalisi è un esame di certezza. Al momento dell’antidoping vengono raccolti due barattoli di urina: il campione A ed il campione B. Se il campione A risulta positivo, allora si può chiedere la controanalisi del campione B. A mia memoria, le controanalisi non hanno mai annullato la prima analisi. Poi, il laboratorio di Roma è uno dei migliori al mondo. E’ diritto del calciatore, ovviamente, verificare se ci siano stati degli errori del laboratorio. Se dovesse essere confermata la positività, allora partirà la denuncia da parte del Tribunale. La tempistica è di solito di una quindicina di giorni, almeno che non ci siano delle procedure urgenti”.
“E’ GIUSTO CHE L’ATLETA RICHIEDA LE CONTROANALISI” – “Le controanalisi sono sempre richieste. Mi sembra giusto che l’atleta vada a verificare se ci sia stato un errore da parte del laboratorio, soprattutto in caso di doping non intenzionale, anche se non ci sono mai stati, almeno a mia memoria”.
“L’ATLETA HA L’OBBLIGO DI VERIFICARE QUELLO CHE ASSUME” – “Se viene confermata la presenza di testosterone, intenzionale o non intenzionale, l’atleta deve stare sempre attento a tutte le sostanze che assume, questo è un suo obbligo. E’ davvero poco capibile che un campione come Pogba commetta un errore così grossolano, soprattutto nel 2023. I vari staff medici, infatti, dicono ai calciatori di stare attenti a quello che assumete”.
“SONO RIMASTO SORPRESO DALLA POSITIVITA’ DI UN CAMPIONE COME POGBA” – “La mia esperienza dice che, in genere, il test viene fatto sempre in condizione ideale. Poi non so cosa sia successo ad Udine, ma il medico del CONI sa bene quello che bisogna fare. Se ci sono delle irregolarità, il calciatore deve subito segnalarle, anche se in questo caso non mi sembra che sia successo. Questa può essere una strategia per annullare i risultati del test? Sì, ma il tutto è stato fatto correttamente. Il giocatore, poi, deve dimostrare la sua non intenzionalità di aver assunto una sostanza dopante, anche se è un suo obbligo prestare la massima attenzione a cosa assume. Rischia due anni di squalifica? Sì, poi ci potrebbe essere anche una pena minore. Sono rimasto sorpreso che una cosa del genere accada nel 2023, visto che il testosterone non è una sostanza non di poco conto. E’ assurdo che calciatore non parli con il proprio staff tecnico”.
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