Pogba continua ad esser bersagliato da problemi da anni ormai e la positività al test antidoping è solo la goccia che può far traboccare il vaso: si va verso una possibile rescissione contrattuale.
La situazione relativa a Paul Pogba sembra molto più complicata di quel che è. Il test antidoping ha dato risultato positivo, con il francese ora ricatapultato al centro dell’attenzione mediatica.
Perché è oggettivo come negli ultimi anni quella del centrocampista sia stata una vita di continui alti e bassi, con il cielo toccato con un dito nella prima parentesi bianconera, fino alle difficoltà di Manchester. Tornato in Italia, però, i drammi fisici non sono spariti, anzi.
Prima l’idea (pessima) della terapia conservativa per giocare un Mondiale che non disputerà mai, quindi la storia di estorsione del fratello, la scomparsa di Mino Raiola, suo agente storico nonché amico, e i continui guai fisici che lo obbligavano alla costante presenza del J-Medical.
Pogba positivo al test antidoping: la Juve valuta la rescissione
Il risultato positivo al testosterone è solo l’ultimo di una sfilza di problemi che ne hanno complicato enormemente la carriera. E adesso la situazione contrattuale diventa un grande (e ingombrante) punto interrogativo: come precisato dal Corriere della Sera in un trafiletto dedicato, adesso i bianconeri valutano tutte le opzioni a disposizione.
Nel finale del comunicato, infatti, la Vecchia Signora precisa “Il club si riserva di valutare i prossimi passaggi procedurali” che sa tanto di avviso su come i bianconeri adesso cercheranno di capire se c’è modo di chiudere anticipatamente l’accordo. Il calciatore percepisce otto milioni l’anno più due di bonus, con un contratto fino al 2026, molto più alto rispetto alle nuove direttive dirigenziali.
Per questo motivo la società, assieme al nuovo direttore sportivo Cristiano Giuntoli, che avrebbe voluto lavorare con più libertà e con meno peso di ingaggio, tifavano per un suo passaggio in Arabia Saudita, con l’Al-Ittihad pronto a sborsare 30 milioni per il suoi cartellino e disposto ad accollarsi tutto il peso dell’esoso ingaggio. Non se n’è fatto nulla, perché in primis il Polpo Paul avrebbe voluto dimostrare di non essere un “giocatore finito” come definito da molti nell’ultimo periodo.
Si complica non poco la situazione con i risultati positivi al test antidoping: avendo più di 24 anni, la multa è corposa e rischia da uno a quattro anni di stop. Se così dovesse essere, i bianconeri valuteranno una rescissione del contratto.
Nel frattempo Rafaela Pimenta, la sua agente, fa scudo davanti alla mezzala, sottolineando come quest’ultimo non abbia voluto infrangere le regole: si palesa una situazione di involontarietà dell’assunzione da analizzare, ma il cavillo sul quale la procura fa leva appare difficile da dimostrare. La positività ai metaboliti del testosterone, in realtà, lasciano piuttosto tranquilli i medici del club piemontese, certi di aver agito nel giusto.
Nei prossimi giorni arriveranno ulteriori dettagli, che spiegheranno come e per quanto tempo il francese potrebbe dover allontanarsi dal terreno di gioco, iniziando quindi a considerare che anche la Juventus, allo stesso modo, tirerà le sue somme.