Rabiot, centrocampista della Juventus, ha deciso di esprimere la sua opinione contro i vari sponsor con cui ha una partnership.
Con il passar degli anni, si è assistito ad un mutamento del calcio e non solo in termini tecnici ma anche dal punto di vista economico e quindi commerciale. Se per i club prima le entrate principali erano i botteghini, adesso derivano invece dalle partnership commerciali. Stesso discorso vale per i calciatori. Negli anni ’80 e ’90 un calciatore al massimo collaborava per un’azienda facendo così la pubblicità di un determinato prodotto, in cambio poi proprio di quella determinata merce.
Adesso invece, salvo se si parla di capi di abbigliamento, tutto ruota attorno principalmente ai soldi. Accordi commerciali che consentono ai calciatori di avere delle entrate ulteriori rispetto ai contratti che hanno in essere con i rispettivi club. E così, la loro esposizione mediatica aumenta ma a patto che riescano a dimostrare a queste aziende di essere dei calciatori di successo e di vincere sul rettangolo verde anno dopo anno.
Rabiot contro gli sponsor
Un problema che Rabiot ha cercato di non avere mai. Perché? Tale domanda gliela ha posta il quotidiano francese ‘L’Equipe’ durante un’intervista e il centrocampista della Juventus ha risposto così: “Io sono rimasto lo stesso, sono sempre stato discreto e non mi faccio vedere tanto fuori dal campo. Vivo molto la famiglia e questo mi permette di fare bene anche in campo“.
In effetti, la mancanza di un contratto di sponsorship tecnico da parte di Rabiot, sembra alquanto strano, visto che nella Nazionale francese è l’unico a non averlo. La libertà però per il centrocampista bianconero è molto più importante dei soldi a quanto pare e su questo punto è sto molto chiaro: “Perché mi è sempre piaciuto essere libero. Le scarpe, indipendentemente dal produttore, possono essere buone un giorno, non così buone un altro. Voglio essere in grado di scegliere ciò che è meglio per me. Essere in grado di “passare”, se necessario, da un produttore all’altro“.
Dunque, finalmente c’è qualcuno in questo mondo e nel settore del calcio che non vede le partnership commerciali come unico modo per arricchirsi ma come un vincolo di cui liberarsi. In effetti, per un calciatore come il francese che ha già un lauto ingaggio, fare anche delle sponsorship non avrebbe proprio molto senso.