Paul Pogba, è ufficiale la sospensione per il centrocampista francese: cosa rischia ora il mediano della Juventus fermato per doping
Paul Pogba ed un calvario senza fine. Il centrocampista francese sembrava aver messo alle spalle la scorsa annata disgraziata che, di fatto, non gli aveva permesso mai di scendere in campo visti gli infortuni in serie. In questa stagione sembrava essere partito con il piede giusto; due spezzoni di gare nella seconda e terza di campionato (52′ totali tra Bologna ed Empoli) e tutte le migliori intenzioni per essere finalmente decisivo.
Eppure la doccia gelata è arrivata il pomeriggio dell’11 settembre, e stavolta non dall’infermeria della Continassa. Pogba è risultato positivo ad un controllo antidoping – il testosterone la sostanza proibita – in occasionhe della prima di campionato, dove il francese non era nemmeno sceso in campo, guardando i compagni dalla panchina.
La doccia gelata, invece, è arrivata così all’improvviso; il Tribunale Nazionale Antidoping ha già sospeso in via cautelare il calciatore, una prassi di rito, ed il francese ha ora un tempo massimo di tre giorni per richiedere le controanalisi.
Cosa accadrà se dovesse essere confermata la positività? Pogba finirà sotto giudizio del tribunale nazionale antidoping a meno che non decida di patteggiare. La squalifica, d’altronde, può essere davvero pesante; può arrivare fino ad un massimo di due anni ma, se dovesse essere accertata l’intenzionalità, gli anni potrebbero diventare fino a quattro.
Il Dott. Castellacci, ex medico della Nazionale, ai microfoni di Tv Play ha detto la sua sul caso Pogba. “In genere è il nandrolone e si reperisce in modo facile, con fiale, compresse e pomate. Le pene sono fino a 2 anni, anche sino a 4 in caso di accertata intenzionalità. Ci auguriamo che le controanalisi ribaltino tutto o che in caso non ci sia intenzionalità”. ha spiegato il medico.
“Non può essergli stato prescritto – ha inoltre aggiunto -. Tutto quello che viene ritenuto doping non può essere assunto tranne in casi eccezionali. Non è un problema di quantità. Assumerlo per errore è possibile. La cosa grave sarebbe se gli fosse stato consigliato di prenderlo. Ci può essere la non volontarietà, ed è importante“, ha concluso.
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