A distanza di ventidue anni si celebra l’anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle: com’era il mondo del calcio l’11 settembre 2001.
L’11 settembre è una data che ha cambiato il corso della storia moderna e sarà ricordata per sempre. A distanza di ventidue anni dal tragico accaduto si celebra l’anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle, diventati un simbolo della lotta al terrorismo. In quegli anni il calcio italiano stava vivendo un momento di grande splendore e poteva contare su una serie di stelle nel proprio campionato.
Nonostante sia accaduto negli Stati Uniti d’America, la serie di quattro attacchi suicidi compiuti contro obiettivi civili e militari ha inevitabilmente sconvolto l’intera umanità. Un tragico evento di portata mondiale che causò la morte di migliaia di persone innocenti e scombinò gli equilibri geopolitici di tantissimi paesi.
Le conseguenze indirettamente coinvolsero anche l’Italia, all’epoca una nazione che da pochi mesi aveva cambiato governo passando nuovamente nelle mani di Silvio Berlusconi. Una figura strettamente legata anche al mondo del calcio, in particolare al Milan con cui da presidente, dopo l’epopea d’oro degli anni ’90, portò ancora a vincere tutto.
All’inizio del nuovo millennio il calcio italiano, a differenza di oggi, era riconosciuto come uno dei campionati più competitivi e affascinanti d’Europa. Non a caso la Serie A era formata da tante squadre, piene di grandi giocatori, che in quel periodo si sono distinte anche a livello europeo con risultati di assoluto prestigio.
Nello specifico lo scudetto della stagione 2000/01 andò alla Roma che si laureò per la terza volta campione d’Italia grazie a un tridente stellare composto da Totti, Batistuta e Montella. Un trionfo arrivato l’anno dopo quello dei rivali della Lazio che compì l’impresa sorprendendo tutte le big più affermate.
In precedenza il tricolore andò al Milan e alla Juventus che anche successivamente, prima dello scandalo di Calciopoli, si confermò la squadra da battere potendo contare su una delle coppie più forti della storia della Serie A come Del Piero e Trezeguet. Non erano però gli unici top player di un’epoca ricca di grandi bomber come Crespo, Shevchenko, Chiesa, Vieri, Inzaghi, Hubner, Signori o di leggende come Buffon, Maldini e Baggio.
Insomma c’era veramente l’imbarazzo della scelta e, anche se inferiore al dominio di qualche anno prima, sono arrivati piazzamenti importanti anche in Coppa dei Campioni e Coppa UEFA. Nella prima le italiane a vincere sono state la Juventus nel 1996, che è ancora l’ultima affermazione in questa competizione, e ovviamente il Milan nel 2003 in finale proprio contro i bianconeri che erano arrivati fino in fondo altre due volte perdendo nel 1997 e 1998 contro Borussia Dortmund e Real Madrid.
Nel secondo torneo della UEFA invece ci furono ancora più campioni diversi, compresi alcuni club italiani. Nello specifico l’Inter di Ronaldo e il Parma di Malesani che entrarono consecutivamente nell’albo d’oro tra il 1998 e il 1999. Un altro mondo rispetto a quello di oggi dove i problemi economici sono evidenti e il fascino del nostro calcio è drasticamente calato come i successi.
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