La nazionale italiana ritrova sul suo cammino la Macedonia del Nord, fatale due anni fa per l’accesso al Mondiale. Cosa cambia con Spalletti.
La storia della nazionale italiana di calcio si avvicina all’inizio di un nuovo capitolo, quello della gestione targata Luciano Spalletti. Un allenatore che conosciamo bene, esperto ma che nelle scorse stagioni prima dello Scudetto col Napoli non aveva ancora avuto quella consacrazione che solo un trofeo importante può conferire.
Ora dopo l’avvicendamento con Roberto Mancini, dal quale raccoglie un’eredità che è un mix di esaltazioni, con il record di imbattibilità e la vittoria dell’Europeo 2020, a cui però si somma anche la delusione per la mancata qualificazione per l’ultimo Mondiale. Nello spareggio decisivo fu fatale la sconfitta casalinga contro la Macedonia del Nord.
Sarà sempre contro i macedoni il primo banco di prova ufficiale del nuovo corso sotto la guida dell’ex allenatore di Empoli, Roma, Inter e Napoli. Sono passati meno di due anni da quella triste notte di fine marzo, ma i cambiamenti sono davvero tanti. Sono infatti addirittura sei i titolari della formazione azzurra di allora che non hanno trovato posto nelle convocazioni per questo match e per il prossimo contro l’Ucraina.
L’Italia di Spalletti cambia volto, out 6 titolari di Mancini
La nazionale di Roberto Mancini dopo l’estasi data dalla vittoria dell’Europeo 2020 è rientrata in crisi. Tra sfottò sulla pastasciutta nei confronti degli inglesi e forse qualche convocazione dettata dalla gratitudine di troppo, gli Azzurri erano entrati in una crisi d’identità e di gioco che ora il nuovo CT ha il dovere di provare a cancellare.
Dalla pastasciutta alla Macedonia, il tempo delle battute è finito e ora Spalletti fa sul serio. Lo si è intuito dai tanti cambi in sede di convocazioni per la sfida contro la selezione balcanica, in programma il 9 settembre e per la sfida successiva contro l’Ucraina, tre giorni dopo.
Gli unici “superstiti” della formazione che perse 0:1 al Barbera di Palermo il 24 marzo 2022 sono Donnarumma, Mancini, Bastoni, Barella e Immobile. Tra i grandi esclusi figurano i nomi di Florenzi, che è da poco rientrato da un lungo stop, Emerson Palmieri, che però al momento è titolare fisso del West Ham secondo in Premier League, Jorginho a secco di presenze con l’Arsenal, Verratti, ai margini del PSG, Berardi, riguardo il quale Dionisi ha riferito di un contatto con Spalletti che poi ha deciso di non convocare il top player neroverde ed infine Insigne, a Toronto fuori dai radar.