Lukaku alla sua prima partita con la maglia della Roma ha già fatto parlare di sé e non per un gol fatto ma per i cori razzisti subiti.
Cambierà mai il calcio italiano? Cosa serve per farlo realmente cambiare? Possibile che aveva ragione Aurelio De Laurentiis quando parlava di Margaret Thatcher? Tutte domande a cui prima o poi bisognerà dare delle risposte perché, se si vuole ritornare veramente a competere con Premier League e Liga, allora serve effettuare una reale rifondazione del calcio italiano. E quando si parla di cambiamento, non basta pensare al numero di squadre partecipanti in Serie A o ipotetici play-off o play-out ma anche al rispetto dei tifosi nei confronti dei calciatori.
Cori contro Lukaku, la posizione del Milan
Lo stesso Milan è rimasto basito per quanto accaduto all’Olimpico venerdì sera. Un atteggiamento che va contro proprio il suo codice etico e morale. Una mancanza di rispetto nei confronti della persona, che va bene oltre la casacca che in quel momento indossa sul rettangolo verde. Di sicuro la FIGC prenderà dei provvedimenti a riguardo, ammesso che arbitro e quarto uomo abbiano sentito.
Difatti, la stessa società rossonera ha voluto prendere le distanze da quanto accaduto con un comunicato pubblicato anche sui social: “Nel Milan non c’è spazio per discriminazione e intolleranza, e siamo certi che questo atteggiamento sia condiviso tra i nostri veri sostenitori che ci seguono costantemente. Ci impegneremo insieme alle autorità affinché vengano accertati i fatti e individuati i responsabili degli insulti ascoltati allo Stadio Olimpico di Roma, pronti anche ad applicare il nostro codice etico per punire i singoli colpevoli. #WeRespAct“.
Dunque, un pensiero forte e giusto, con l’obiettivo di lanciare un segnale chiaro e preciso a quei pochi che non rispettano le regole e che credono che, denigrando il prossimo si sentono più forti e soprattutto in diritto di farlo in qualsiasi momento. L’auspicio è che questo possa essere un primo passo verso delle soluzioni più severe che portino a migliorare la situazione.