Jankto e il suo ritorno in Serie A è un argomento che ritorna alla ribalta per via del coming out fatto nei mesi passati. Il pensiero del generale dopo l’uscita del libro tanto discusso.
Dichiarare la propria omosessualità rappresenta ancora oggi un tabù, soprattutto nel mondo dello sport, non privo di pregiudizi. Negli ultimi anni sono stati fatti passi da gigante, sia da parte delle istituzioni che dagli stessi atleti. Anche il mondo del pallone ha reagito ai cambiamenti sociali e all’abbattimento di muri. Ma come confermato ai canali di TvPlay dal portiere dell’Ascoli Emiliano Viviano, è difficile poter esprimere la propria identità liberamente, perché “il 50-60% dei calciatori è ignorante“. Generalizzando ovviamente.
Quando Jankto si è liberato dal macigno che covava da tempo, dichiarandosi omosessuale e facendo dunque coming out, se da un lato fece scalpore in Italia, da un altro ci fu un grande sospiro di sollievo. Non sono mancati, però, i commenti contrariati da parte di alcuni esponenti. Persino quelli del mondo dello Sport, come il nostro ministro dello sport che ha dichiarato di “non amare le ostentazioni”, riferendosi ai coming out degli atleti, in particolare a quello del nuovo calciatore del Cagliari.
Jankto, il coming out e il pensiero di Vannacci
A parlare ancora del centrocampista ceco del Cagliari e del suo coming out è stato Roberto Vannacci, generale tanto discusso in questo periodo per il suo libro, che ai microfoni di TVPlay ha detto: “Jankto? Mi interessa solo che si gareggi con persone dello stesso sesso biologico. Non ho niente da ridire sul caso Jankto perché, da maschio, va a competere con dei maschi. Non conosco Jantko, se è bravo è giusto che giochi in Serie A”.
Il generale Vannacci su questo tema ha provato a non esporsi troppo, a seguito delle numerose polemiche per l’uscita de “Il Mondo al contrario”. Alla fine, a prescindere dall’orientamento sessuale del calciatore, ciò che deve interessare più di tutti, è che il professionista dimostri di partita in partita tutte le sue qualità tecniche.
Tuttavia, nelle pagine del suo libro, Vannacci afferma che la normalità è rappresentata dall’eterosessualità. Affermazioni che hanno generato il caos attorno alla pubblicazione del testo e che stanno generando particolare dibattito, anche a livello politico.