Arthur subito protagonista con la Fiorentina: l’analisi

Arthur subito protagonista con la squadra di Vincenzo Italiano contro il Genoa alla prima giornata di campionato di Serie A.

Seppure con il passar degli anni il campionato italiano ha perso molto in termini tecnici, dal punto di vista tattico rimane uno dei più difficili. Difatti, è uno dei banchi di prova più ardui per i calciatori stranieri quando approdano in Serie A. A prescindere dalla loro immensa qualità tecnica e dalla loro fantasia, devono confrontarsi con la tattica italiana e non solo della loro squadra ma anche dei loro rivali di turno. Un qualcosa di difficile, che a volte porta al fallimento.

Infatti, non sempre gli stranieri riescono ad emergere nel campionato italiano. In alcuni casi, ci vuole un pochino di tempo e soprattutto un allenatore e una squadra con una forma mentis simile a quella del calciatore. Quando ciò però non avviene, si rischia di non ottenere i risultati sperati. Un po’ come accaduto negli anni ad Arthur che, sia con Pirlo che con Allegri, non è mai riuscito ad esprimersi. Per non parlare poi della Premier League, dove si contano in totale solo 13 minuti di gioco.

Arthur, il motivo del riscatto

Rispetto al passato però, l’ex centrocampista del Barcellona adesso sembra avere tutte le carte in regola per poter dimostrare il proprio valore. Questo perché ha avuto finalmente l’occasione di incontrare sulla propria strada una società come la Fiorentina e un tecnico, come Vincenzo Italiano, che credono fermamente nel suo talento. Fondamentale anche ricordare che, lo stesso allenatore viola da calciatore ha interpretato lo stesso ruolo pertanto, è facile comprendere come si sia creata questa alchimia tra i due.

Arthur
Arthur, il riscatto è iniziato (La Presse, TVPlay)

Un sodalizio che sta iniziando già a dare i suoi frutti e lo si è visto nella gara contro il Genoa dove il brasiliano ha dimostrato di essere il regista del centrocampo viola. Difatti, rispetto al passato ha dimostrato una maggior convinzione sia in fase di costruzione che in quella d’interdizione. I 90 palloni toccati, così come il 91% di precisione nei passaggi, certificano la bontà del lavoro svolto finora da Vincenzo Italiano e non solo dal punto di vista tattico, anche dal punto di vista psicologico.

Difatti, rispetto ai tempi della Juventus, l’ex Barcellona sembra un centrocampista diverso, molto più partecipativo, audace, capace di prendere in mano la squadra e condurla alla vittoria proprio come vuole il proprio allenatore.

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