Il patron del Napoli esce allo scoperto e si fa sentire. Non ammette colpi di rimbalzo o trattative, e bacchetta Gravina
Una botta al cerchio e l’altra pure. Nessuna deroga, nessuna trattativa e nessuna voglia di abbassare la guardia. Tutt’altro. Aurelio De Laurentiis non intende fare sconti a Spalletti, alla Federcalcio e soprattutto a Gravina, uno dei suoi più grandi nemici. Stavolta però, antipatie personali a parte, non c’entra nulla la guerra interna, ma il patron del Napoli ne fa una questione di principio e non intende arretrare di un millimetro. Lo fa, dice lui, e forse tutti i torti non li ha, per tutelare i tifosi del Napoli che si sono visti privare di un tecnico che hanno amato perché era stanco e non ce la faceva più.
E ribatte con chiarezza: “Non una questione “di vil denaro” ma di “principio”, le parole di Aurelio De Laurentiis che firma di suo pugno la nota ufficiale del Napoli sulla querelle che vede da un lato la Figc e Spalletti, dall’altro la società partenopea che ha imposto la penale contrattuale di 3,250 milioni che non permette di arrivare all’ex allenatore partenopeo. Per ora. De Laurentiis racconta di aver inserito la penale “ascoltando la voce ed il sentimento dei milioni di tifosi del Napoli che sentono un profondo legame con l’allenatore della squadra Campione d’Italia”.
“Volete Spalletti? E’ bravo, ma dovete pagare”
Non solo. De Laurentiis insiste e aveva detto anche di aver soprattutto “chiesto garanzie sul rispetto di questo periodo sabbatico, inserendo una penale nel caso in cui il suo impegno fosse venuto meno”. Detto, fatto. Per questo non arretra, anche perché si sente quasi preso in giro da Spalletti e, vedendo la situazione di qualche mese fa e delle parole del tecnico quando ha dato l’addio, come si potrebbe dargli torto…
Ma la cosa che fa più effetto è la critica che il presidente del Napoli riserva alla Federcalcio di Gravina, reo di non aver gestito al meglio la vicenda Mancini: “Ciò che mi appare più sorprendente è che si arrivi a poche settimane da due gare molto importanti della Nazionale, subendo le dimissioni dell’allenatore Roberto Mancini. A questo proposito sono due le principali considerazioni da fare: non si sanno tenere i rapporti con i propri collaboratori inducendoli alle dimissioni; mancano strumenti giuridici idonei a trattenere gli stessi determinando il rispetto dei contratti sottoscritti anche attraverso la previsione di specifiche penali”. In sintesi, ma lo dice anche chiaramente, “pagate se volete Spalletti” e basta