Mancini in Arabia Saudita? Lo scenario dopo le dimissioni da CT dell’Italia

Una tempesta in Federcalcio, l’addio del commissario tecnico ha aperto una voragine e un danno d’immagine clamoroso

Un fulmine a ciel sereno è dire poco per quello che è successo subito dopo l’ufficialità delle dimissioni di Roberto Mancini da ct dell’Italia. Non era mai successo nella storia della nazionale azzurra che a metà agosto e con le pre-convocazioni alle porte per la partita per le qualificazioni ai prossimi europei, la nazionale di calcio italiana fosse senza un allenatore. Un danno d’immagine incalcolabile per il calcio azzurro e anche per il suo presidente, nonché componente dell’Esecutivo dell’Uefa, Gravina. Uno schiaffo in faccia. Anzi doppio, considerate le conseguenze.

Mancini ct dell'arabia
L’ormai ex ct della nazionale italiana Roberto Mancini (Tvplay.it)

Il Mancio parla di “una scelta personale“, con tanto di sentiti ringraziamenti per i magnifici cinque anni passati alla guida dell’Italia. L’addio del ct in maniera così dirompente lo fa diventare un caso politico e anche internazionale. Tra i primi a restare sbalordito, il Ministro dello Sport Andrea Abodi che solleva qualche dubbio su quelle che sarebbero state le scelte di alcuni collaboratori inseriti nello staff e attacca velatamente Gravina. Scelte sulle quali Mancini non sembrava d’accordissimo, ma che poi aveva anche avallato. Forse gli spostamenti dei suoi amici Lombardo e Nuciari e l’addio a Evani, non è che gli proprio mandati giù. In Federcalcio sono sbigottiti e furibondi, se non altro perché qualche settimana fa lo stesso Mancini era stato nominato coordinatore di tutte le nazionali, dalla maggiore all’Under 20. E questo passo indietro non è stato capito.

Dall’Italia all’Arabia, con un contratto di 20 milioni a stagione per tre anni

Ora la Federcalcio sta cercando di corteggiare Spalletti e Conte, con il primo c’è un problema col Napoli e una penale di 3 milioni da pagare. L’ex tecnico partenopeo, che voleva prendersi un anno sabbatico, appare il favorito, ma l’ex Tottenham è in corsa, molto vicino. Dietro ci sono altri nome come Gattuso o Cannavaro. Ma è tutto di corsa e tutto in modo affrettato. Dall’altra parte c’è Roberto Mancini che, ad amici, avrebbe confidato che non avvertiva più “la stessa fiducia che c’era prima“, quindi ha deciso di fare il grande salto non certo nel buio ma in avanti. E che non è altro un tuffo in una piscina piena di soldi. Già perché dietro a questa decisione del Mancio ci sarebbe l’Arabia.

Mancini ct dell'Arabia
Roberto Mancini ex tecnico dell’Italia (Tvplay.it)

Gli arabi, soprattutto di questi tempi, farebbero le cose in maniera rapida, rapidissima. Settimane fa, dopo le dimissioni di Herve Renard come ct della nazionale dell’Arabia Saudita, il governo cerca un allenatore. Ma deve essere di peso, soprattutto per via dei tanti campioni che stanno arrivando. Uno dei primi sondati sarebbe stato Allegri, poi Mourinho, ma entrambi hanno detto di no. Ed ecco che è scattata la candidatura di Roberto Mancini, al quale sarebbe stato offerto un contratto di tre anni a circa 20 milioni di euro all’anno. Un totale di 60 milioni di euro, quanto prende Milinkovic-Savic. Al di là delle voci sulla mancata fiducia, ci sarebbero solo i soldi alla base della decisione di Mancini. Che adesso dovrà aspettare e vedere, ma ora, a parte la Federcalcio, chi lo dice ai vari sponsor come la Paul & Shark e le Poste Italiane (contratti appena confermati e spot registrati fino a dicembre 2023) che una delle massime espressioni del Made in Italy se ne va in Arabia Saudita come un traditore?

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