Un giovane calciatore di 13 anni muove travolto da un’auto: vittima di un pirata della strada, poteva salvarsi se fosse stato soccorso in tempo
Un calciatore in erba, un giovane talento che non crescerà mai. Chris Obeng Abom non diventerà mai un giocatore professionista, perché la sua vita è stata spezzata sulla strada di raccordo tra il centro e la periferia di Negrar, una provinciale nel veronese.
L’ennesima vittima di incidente stradale, falciato da un’auto pirata, un vero e proprio criminale che non si è fermato nemmeno per soccorrerlo. L’ha lasciato lì, sul ciglio della strada agonizzante, una decisione che sarà poi fatale per il piccolo Chris, arrivato in ospedale troppo tardi.
“Poteva essere salvato” ha tuonato il dottor Polati che ha provato di tutto per salvarlo, ma il suo cuore ha smesso di battere alle 8 del mattino. Chris, nell’incidente, ha riportato un trauma cranico ed uno toracico ma se fosse stato soccorso in tempo, ce l’avrebbe fatta. Ed invece il dramma nella tragedia.
A nulla sono valsi i soccorsi di due giovani che l’hanno visto a terra moribondo; il tentativo di salvarlo, la chiamata all’ambulanza e la corsa in ospedale. Tutto inutile per il 13enne che non riuscirà mai a trasformare il suo sogno di calciatore professionista in realtà.
Erano le 23.30 e tornava da un campo di calcio vicino casa, dopo una partitella notturna con gli amici, proprio come qualsiasi adolescente della sua età innamorato del pallone. Direzione casa, fino all’impatto violentissimo con una Renault Espace guidata da un 39enne che il giorno dopo l’incidente, si era presentato a lavoro come se nulla fosse, con i danni dell’impatto evidenti sull’auto.
I carabinieri in appena 12 ore l’hanno rintracciato nel cantiere edile dopo le indagini rese più semplici dalle immagini di videosorveglianza della zona ma al 39enne che ha precedenti di droga e guida in stato di ebbrezza, per il momento, non è scattata alcuna misura di custodia cautelare. Solo una denuncia a piede libero per omicidio stradale, fuga in caso di incidente ed omissione di soccorso.
Ed intanto c’è una famiglia disperata ed una madre che non si capacita di aver perso un figlio e chissà se e quando avrà giustizia. Il giovane Chris aveva una sorella ed un fratello e la sua famiglia, di origine ghanese, viveva in Italia da circa vent’anni.
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