Giovanni Capuano, giornalista, è intervenuto ai microfoni di TVPLAY_CMIT
“MBAPPE’ IN ARABIA SAUDITA? FIFA E UEFA DOVREBBERO INTERVENIRE” – “Mbappé non sarà l’ultimo calciatore a venire messo ai margini del proprio club, in questo caso colpiscono le dimensioni. Anche in Italia stanno accadendo cose simili. E’ un modo di operare da parte delle società che a me personalmente non piace. Capisco che i club, a volte, si ritrovano nella posizione di non poter far altro visto che oggi la forza contrattuale è tutta nelle mani dei calciatori e degli agenti. Con Mbappé colpisce il nome e il PSG stesso. L’offerta recapitata al calciatore fatico a chiamarla tale, visto che le dimensioni sono incredibili. E’ un qualcosa completamente slegato anche dal mercato arabo. Comprare Mbappé a quelle cifre per un anno, in un’operazione che nell’insieme vale 1 miliardo di euro, significa che stiamo dinanzi ad un campanello d’allarme. La FIFA e la UEFA dovrebbero cercare di arginare tali scenari perché ormai parliamo di cose che non hanno nulla a che vedere con il calcio”.
“IL CALCIO NON E’ PIU’ UNO SPORT” – “Credo che il calcio non sia più uno sport da qualche anno. Lo abbiamo detto e letto molte volte. Ormai il calcio è un’industria che tende al business dell’intrattenimento. La sfida che lancia il mondo arabo al calcio europeo non è un qualcosa che squilibra il mercato dal punto di vista tecnico. I club arabi non avranno, di fatto, nessun punto di contatto con il calcio europeo se non nel Mondiale per Club. Queste operazioni sono volte ad accrescere l’interesse verso l’Arabia, sappiamo tutti che il Paese voleva il Mondiale del 2030 e, dopo non centrato l’obiettivo, si sta spingendo con forza verso l’edizione del 2034. L’obiettivo dell’Arabia è quello di spostare l’attenzione, avere la capacità attrattiva. Questo è un problema, visto che trucca il calcio europeo dove forse solo la Premier League resiste. L’offerta per Mbappé non ha nessuna logica, visto che il calciatore tra un anno può firmare con chiunque a zero. Secondo me è arrivato il momento di mettere dei paletti in queste situazioni: non è più possibile restare fermi. Oggi tutto questo è moltiplicato all’infinito e si sviluppa con una velocità inaudita. C’è bisogno di stilare delle regole e fermare tutto ciò. In gioco c’è la centralità del calcio europeo”.
“LA SUPERLEGA SAREBBE STATA L’UNICA ARMA PER CONTROBATTERE ALLA SFIDA LANCIATA DALL’ARABIA – “La Politica sovranazionale si è mossa per fermare la Superlega perché aveva interessi diversi. Oggi non si è mossa per nulla. Se la sfida lanciata dall’Arabia è di questo livello, la Superlega sarebbe stata, parlo al passato, l’unica cosa per fermare tutto ciò”.
“IN EUROPA E’ GIA’ ACCADUTO QUALCOSA, SEPPUR IN TONO MINORE, DI SIMILE ” – “Il problema dei fondi sovrani nel calcio europeo è già stato sollevato. C’è un club di seconda divisione belga (Royal Excelsior Virton, ndr) che ha denunciato, con un ricorso, un’altra società (Lommel SK, ndr) . Quest’ultima ha ricevuto dei fondi dal Manchester City, essendo una squadra che condivide la medesima proprietà con i Citizens, ed ha evitato il fallimento. Il ricorso è andato a finire direttamente alla Corte di Giustizia Europea. Ora non so dirvi quando quest’ultima si pronuncerà, ma il cuore di questo discorso è proprio questo: è legale che una società di calcio europea, all’interno dell’UE, possa attingere ai fondi di uno Stato? Se la Corte di Giustizia Europea dovesse rispondere “no”, mi aspetto “problemi” anche per PSG, City e Newcastle. So che la Corte sta ricevendo sempre più stimoli, se il calcio deve trasformarsi da semplice sport, con una dimensione sociale, a business dell’intrattenimento perché devono esserci le vecchie regole? A me pare che la questione di Mbappé, con queste dimensioni mastodontiche, si vada ad inserire proprio in questo filone”.