Nel giorno dell’addio l’ex presidente dell’Inter è ancora emozionato per la perdita dell’amico: “Una persona squisita, mi ha fatto davvero piacere vedere anche i dirigenti del Barcellona ai suoi funerali”
Il giorno più lungo, quello dell’addio. E’ il momento di salutare Luisito Suarez, ci sono tante persone alla chiesa di San Giuseppe Calasanzio a Milano, a pochi passi dallo stadio San Siro, il luogo dove l’ex calciatore ha brillato e fatto emozionare generazioni di interisti. Tra questi anche un personaggio illustre, un ex presidente ma soprattutto un amico, Massimo Moratti che è presente alla cerimonia e non è mancata un pizzico di emozione anche durante un ricordo che lo stesso Moratti ha raccontato in chiesa sull’altare. “Luis era una persona squisita, mi dispiace davvero tanto, ma allo stesso tempo mi ha fatto molto piacere che c’erano tanti ragazzi ad omaggiarlo, tanti di loro non l’hanno visto come me, ma questo significa tanto“, ha spiegato l’ex presidente a Tvplay.it alla fine della cerimonia dei funerali.
In chiesa c’erano tante persone per ricordare e omaggiare Luis Suarez, tra questi i dirigenti vecchio e nuovi dell’Inter, come Marotta, ma anche ex campioni che hanno indossato la maglia nerazzurra. Moratti li ha rivisti con piacere: “E’ stato bello rivedere ragazzi che hanno fatto grande quella squadra ma anche tante altre Inter, era il giusto omaggio per Luis, una persona squisita, una persona di un carisma fuori dal comune. Ero legato a lui e lui era legato a me e alla mia famiglia, non mi scorderò tante cose che ha fatto per noi, specialmente in momenti complicati che non sono mancati, come quella volta che si mise in panchina in una paio di circostanze davvero difficili“. Era il periodo in cui si dovette sostituire il dimissionario Orrico e anche Ottavio Bianchi.
“Che bello vedere in chiesa dirigenti del Barcellona ma anche del Real, Luis sarebbe stato felice”
Della famiglia di Massimo Moratti c’erano tutti o quasi, da Bedy, la sorella più giovane di Massimo, e Angelo Mario, che porta il nome del nonno, il grande presidente che portò Luis Suarez all’Inter. I funerali sono finiti da poco, ma Moratti è ancora fermo nel ricordo di un amico. “Si lo prese mio padre per 300 o 400 milioni – ricorda Moratti a Tvplay.it -, io ero piccolo, anche se tra me e Luis c’erano 10 o qualcosa di più di anni di differenza, ma il suo rapporto con me diventò sempre più bello negli anni e fantastico come collaboratore, consigliere e amico. Era speciale, lo ripeto. E mi ha fatto davvero un grande piacere vedere dirigenti del Real Madrid in chiesa, i grandi rivali e anche l’altra sua storica squadra come il Barcellona. Luis sarebbe stato felice e onorato, che bella persona che era, sempre a disposizione, unico e meraviglioso. Un grandissimo calciatore, un grandissimo uomo“.
C’erano tanti campioni, ma anche tanti giovani che non sono voluti mancare nell’ultimo giorno per omaggiare e celebrare il ricordo di Luis Suarez. “La presenza di così tanti giovani mi ha rincuorato – ha detto Moratti a Tvplay.it– e lui di giovani se ne intendeva davvero tanto, ho fatto l’esempio di Cristiano Ronaldo giovanissimo, ma feci lo sbaglio di credere che costasse troppo in rapporto alla sua età, aveva 18 anni credo e la somma che voleva il suo club era alta, ma ripensandoci bene, ho fatto un errore, ma non è stato l’unico eh. Ho preso anche ragazzi che mi ha consigliato che sono diventati campioni. Mi mancherà, come amico, anche se le sue giocate e i suoi gol, sono nel mio cuore e nella mia testa, quelli non li potrà togliere nessuno mai“