La Premier League è sempre più inarrivabile per la nostra Serie A: le cifre che svelano l’enorme differenza economica tra i due tornei
La Premier League è inarrivabile. Una settimana appena di calciomercato e già i club inglesi hanno già speso quasi un miliardo di euro in acquisti e riscatti. Una cifra pazzesca, che ben spiega quanto sia forte il potere delle società d’Oltremanica, potenti e munifiche, ricoperte d’oro dai diritti tv e dai contratti di sponsorizzazione che garantiscono alle squadre numeri da record.
Un gap incolmabile non solo con l’Italia, ma con tutti gli altri campionati d’Europa; basti pensare che solo in Premier siano stati spesi poco meno della somma totale degli altri quattro tornei top del Vecchio Continente. E siamo appena ai primi 10 giorni di mercato; di fatto, c’è ancora tanto tempo per toccare e superare quota 2,25 miliardi di euro, la cifra impressionante spesa dalle venti di Premier nell’estate 2022.
Dalla Serie A sono già volati in Inghilterra Tonali (75 i milioni spesi dal Newcastle) e Vicario (il Tottenham ha speso 20 milioni) e presto anche André Onana raggiungerà la Premier League, destinazione Manchester United. E presto altri campioni sono pronti a compiere il viaggio di sola andata vero il nuovo Eldorado del calcio.
Basti pensare che mentre la nostra Lega Calcio non riesce a vendere ad una cifra adeguata i diritti relativi al triennio 2024-2027 (chiesto un miliardo di euro, cifra nemmeno avvicinata), in Premier i diritti tv valgono 3 miliardi di euro, 6,3 sul mercato internazionale con l’ultima del campionato inglese che guadagna più della capolista italiana.