Berrettini batte Zverev a Wimbledon ed esulta anche Melissa Satta in tribuna: questa vittoria è un po’ una sua rivincita.
Matteo Berrettini vince a Wimbledon il match contro un avversario temibile come Zverev e tra le tifose più accanite c’è sicuramente Melissa Satta. Una volta per tutte le telecamere sono solo sullo sport, la vita di coppia passa in secondo piano. Almeno fino alla vittoria di Matteo, perchè poi inquadrano subito Melissa. La ragione è facilmente intuibile. L’esultanza della donna non lascia dubbi: è contenta per il successo del compagno, ma questa vittoria riscatta anche la sua situazione. Troppo tempo ha dovuto subire le dicerie e i rumors riguardo ai risultati altalenanti di Berrettini.
Il tennista ha attraversato un periodo non facile: qualche sconfitta di troppo ha spostato l’attenzione sul resto. Una relazione appena cominciata, la “colpa” di Melissa – secondo i fan – era quella di distrarre eccessivamente Matteo dal professionismo. Il ragazzo era innamorato e dicevano che aveva la testa altrove: lo hanno definito, non solo i tifosi, ma anche qualcuno a mezzo stampa, un ex tennista. Questo è davvero troppo per l’ex velina.
Berrettini batte Zverev: Melissa Satta esulta due volte, la rivincita della modella
La modella sul tema è intervenuta più volte: in un numero di Vanity Fair si è sfogata con un’intervista al vetriolo in cui spiegava come questo luogo comune abbia mortificato gran parte delle relazioni che ha avuto. Il riferimento è a Kevin Prince Boateng. Anche quando il calciatore disputava partite non all’altezza gli haters erano soliti dire la stessa cosa. Ora Melissa può rifarsi: la vittoria di Matteo è anche una sua rivincita.
La soddisfazione si legge negli occhi della modella che a fine partita fa un’esultanza liberatoria dalla tribuna. Matteo riprende la scena ed è contento che la sua dolce metà possa accompagnarlo nei momenti che contano. Forse non aspettava altro, alla faccia di chi dice che era soltanto un ostacolo. Al cuore non si comanda, nemmeno quando in gioco c’è il futuro. Anzi, soprattutto quando in gioco c’è l’avvenire, occorre far parlare le emozioni. Matteo ci è riuscito nel miglior modo possibile.
