Gosens verso l’Unione Berlin: perché non è andata bene con l’Inter e chi può arrivare al suo posto.
Robin Gosens è molto vicino a tornare in Germania. La sua Germania che lo accoglie di tanto in tanto il nazionale e che lo applaude nonostante il laterale svolga un ruolo non suo.
Perché sarebbe stato più semplice da spiegare ce l’ex atalanta a Milano avesse dovuto fare il terzino, ruolo completamente diverso da ciò che faceva Bergamo.
Invece basso ci gioca in terra tedesca e sempre con risultati positivi. Non esattamente quello che è successo a Milano in un sistema tattico che però già conosceva alla perfezione.
E per capire il motivo per cui l’avventura di Gosens all’Inter sia andata così male probabilmente bisognerebbe ricominciare dall’ultimo anno di Conte.
Quando l’esterno tedesco è stato prelevato dall’Atalanta, per una cifra che adesso sembra enorme ma che al tempo appariva quasi come un regalo della società bergamasca, il mister non è mai riuscito a dargli la continuità che l’esterno sperava di ottenere per le prestazioni superlative di Ivan Perišić.
Nonostante a fine anno il croato lascerà l’Inter da campione, i primi sei mesi di Gosens avevano già rallentato quel processo di crescita che avrebbe dovuto portare alla titolarità di un giocatore che titolare non sarebbe mai diventato più.
Eppure la storia del terzino tedesco, calciatore disciplinato e assolutamente valido per qualunque pacchetto di serie A, vive di controsensi, con i nerazzurri che non sono mai riusciti a renderlo il calciatore che avrebbero voluto.
Ad oggi i nerazzurri, che già hanno bisogno di monetizzare, non possono permettersi di rifiutare una cifra che gli permetterebbe di fare una plusvalenza importante.
Il tedesco, che fu pagato quasi 30 milioni dai nerazzurri, adesso deve partire anche per alleggerire a bilancio quell’ingaggio da 3.2 milioni di euro a stagione che ad oggi è una cifra troppo elevata per la casse di Ausilio e Marotta.
La squadra lombarda è in trattativa ora con l’Union ma mancano dei dettagli che lo porterebbero direttamente nel paese che gli ha dato i natali.
Probabilmente l’avvento di Antonio Conte sulla panchina nerazzurra, con un Ivan Perišić in forma strabiliante impossibile da togliere in quel momento, ne ha penalizzato le qualità, costringendolo poi a doversi ridimensionare notevolmente.
Alla fine anche Dimarco, valido sia da terzino che da esterno, così come da braccetto, gli è passato avanti, costringendolo a ricostruirsi.
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