Perde l’Italia per un gol non visto al 94′ ma nella notte di Cluj brilla la stella di Kalimuendo.
L’avventura della nazionale azzurra non è iniziata nel migliore dei modi e non solamente a causa dei ragazzi in campo.
Perché la storia dell’Italia nella prima partita nella quale affronta la Francia è quella di una nazionale che stringi i denti e ce la mette tutta sebbene nella selezione avversaria spicchino determinate figure già ampiamente inserite nel calcio che conta.
La maggior parte dei profili che rappresentano i galletti già giocano con grande tranquillità nel massimo campionato francese.
E quindi la nazionale che ci troviamo difronte è una squadra forte, completa e che può ambire a vincere la competizione.
Il vero peccato è che anche l’Italia sulla carta rischia di esserlo e sul campo non dimostra mai di essere inferiore a nessuno. E lì, al 94º, su quel pallone che entra con l’arbitro che non ravvede, si infrange il sogno della nostra nazionale under di iniziare con il piede giusto e complica irrimediabilmente il cammino della squadra di mister Nicolato.
Una scelta che va accettata, ma che è praticamente impossibile da mandare giù in un periodo storico in cui la tecnologia ha inglobato il mondo del calcio.
Poi c’è tutto il resto, che parte dalla rete del vantaggio di Kalimuendo: il goal che sblocca la partita è del classe 2002, che in questa stagione ha messo ha segno sette reti e ha servito cinque assist vincenti.
Un bottino importante, niente male per un ragazzo che ha da poco compiuto 21 anni e sul quale la Francia ripone tutte le aspettative per un futuro roseo.
Pagato 20 milioni di euro quando il Rennes ha scelto di prelevarlo dal PSG, ha dimostrato indubbia bravura nei contrasti, senso del goal, dinamismo e soprattutto quella capacità fisica che lo rende quasi unico nel suo genere.
È per questo che, sebbene mister Ripoll al debutto lo schieri come punta, sa che il calciatore può essere impiegato anche da trequartista, seconda punta e ala sinistra, tutti ruoli che in stagione ha interpretata alla perfezione.
Kalimuendo, uscito dalla primavera del PSG, ha fatto tutta la trafila delle under, dalla 17 alla 19, arrivando in prima squadra.
Il prestito al Lens doveva esser il banco di prova per farlo crescere e diventare titolare dei parigini, invece è accaduto tutto il contrario: dopo 65 presenze in giallorosso, presenze condite con 21 reti e 6 assist, il giocatore in prima squadra ha collezionato solamente 5 gettoni.
Lo scorso anno la compagine guidata da Galtier, ammaliata dalle spese fatte per Vitinha, Nuno Mendes, Mukiele, Renato Sanches, Fabian Ruiz e Soler, ha preferito cederlo per 20 milioni di euro, rinunciando così al centravanti del futuro, che secondo loro non avrebbe mai fatto il grande salto dietro Mbappe.
Oggi però Kylian è con le valigie in mano e un attaccante così avrebbe fatto dannatamente comodo, ma adesso già vale almeno il doppio della cifra che è stata incassata dal PSG.
L’attaccante classe 2003 è stato anche accostato spesso al nostro campionato: l’Atalanta, sempre molto attenta sul mondo dei giovani in rampa di lancio, lo voleva già ai tempi del Paris, con addirittura annessa offerta di un quadriennale al calciatore.
Poi però la casella delle cessioni non si sbloccò e la squadra di Gasperini (rimasta con Piccoli sul groppone) non poté far altro che mangiarsi le mani.
Lo stesso Thiago Motta, che oggi allena il Bologna, lo ha avuto a Parigi e il padre del talentino ha detto del mister italiano: “Per mio figlio Thiago Motta è stato un elemento fondamentale: gli ha permesso di fare un primo salto di qualità dal punto di vista delle responsabilità e della maturità”.
Parole che avevano aperto alla possibilità di vedere il centravanti francese allo Spezia: i bianconeri, però, non sono riusciti a chiudere l’affare, così come il Cagliari, quando il calciatore, prima di partire per la prima volta, scelse il Lens in prestito al termine di una valutazione sul futuro della sua carriera.
La pareggia Pellegri, poi Barcola porta ancora una volta avanti i galletti. L’amaro in bocca resta per la prestazione degli azzurri che giocano bene ma non la buttano dentro e quando lo fanno la mancanza inaccettabile di tecnologia inchioda Tonali e compagni ad una sconfitta che, con la vittoria della Svizzera contro la Norvegia ci obbliga già a rincorrere da ultimi del girone.
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