A grande sorpresa, Rudi Garcia è il nuovo allenatore del Napoli: cinque motivi per cui è la scelta giusta.
Mentre tutta Italia guardava la nazionale perdere con la Spagna, il Napoli tramite i suoi account social ufficiali (Instagram e Twitter) ha diramato un breve comunicato, nel quale annunciavano il mister francese come sostituto di Luciano Spalletti.
In quel momento esatto, il popolo di internet è insorto. I tifosi campioni d’Italia in primis non hanno preso benissimo la scelta, che è subito apparsa come poco sensata e a ribasso in base a quanto i campani avevano fatto in questo momento.
Ecco allora cinque motivi per cui chi non crede nella scelta di De Laurentiis a torto e perché invece Garcia farà bene all’ombra del Vesuvio.
Si parte dal sistema tattico: De Laurentiis lo aveva preannunciato che sarebbe andato su un allenatore da 4-3-3 o simile e così Garcia giocherà in Campania.
Al massimo un 4-2-3-1, che però i partenopei hanno già testato a più riprese con il tecnico di Certaldo, non su carta me nelle intenzioni: questa stagione, infatti, spesso Anguissa agiva da mezzala di mediazione e al contrario Zielinski si sganciava sulla trequarti.
E il Napoli lo farà anche con il cambio di allenatore, non perdendo voglia e verve, elementi che contraddistinguono il nuovo mister. A Roma aveva riportato l’attenzione dei tifosi, con gesti celebri e parole pesanti.
Dalla chiesa al centro del villaggio, passando per la sviolinata dopo il match contro la Juventus, con ancora “Il derby non si gioca, il derby si vince”.
E lui li vinse quasi tutti, con il suo calcio verticale: pressing alto, recupero palla nella metà campo avversaria e via a calciare con pochi passaggi.
Quindi fraseggio corto e verticalizzazioni, un modo di costruire che ricorda molto la base di Spallettiana memoria.
E se Luciano ci ha messo moltissimo a vincere il suo primo campionato in un top 5, lui lo ha fatto alla prima grande esperienza come mister a cavallo degli anni 10, alla guida del Lille.
Una volta arrivato in Italia, però, ha dimostrato che la sua idea di calcio si sposava alla perfezione con quella nostrana, ottenendo dieci vittorie nelle prime dieci gare con la maglia giallorossa, record che tutt’ora resiste.
E lo ha fatto lamentandosi molto poco di ciò che aveva, ma rendendo al massimo. Garcia è un allenatore aziendalista, ma nel senso positivo del termine: un minestraio di qualità.
Prende gli odori che ha, senza chiedere troppo, e costruire la sua cena perfetta, non facendo il minimo indispensabile, ma il meglio possibile.
Queste caratteristiche, per lavorare con un patron come Aurelio De Laurentiis, potrebbero essere fondamentali per non andare a cozzare con le idee di un presidente che ha bisogno di qualcuno che riesca a lavorare al meglio senza pestargli i piedi.
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