Berlusconi ha tracciato il sentiero, altri potrebbero seguirlo: nello specifico, Urbano Cairo. Il Patron ha messo gli occhi su Mediaset.
Il funerale in Duomo. L’ultimo atto di un viaggio che in molti avrebbero voluto non fosse mai iniziato: Berlusconi passa a miglior vita, nel dolore e nello sgomento di migliaia di persone che avrebbero voluto rimandare ancora per un po’ quest’ultima cavalcata. Invece il Cavaliere – come erano soliti chiamarlo tutti in confidenza – ha detto basta. Si è fermato dopo 86 anni di lavoro, politica, passioni e controversie. Le stesse che hanno portato l’opinione pubblica a discutere anche in un giorno di raccoglimento come quello del funerale.
Le disavventure, però, non sono finite: ora arriva la parte difficile. Finché si tratta di gestire l’odio diffuso, la famiglia Berlusconi è allenata. Ha avuto a che fare con queste situazioni – amore e odio, consenso e repulsione – per anni. Ora è il momento di capire se la strada tracciata dal padre è giusta. I figli devono prendere in mano tutto. In particolare Mediaset: il 62% delle azioni di Berlusconi andrà diviso in famiglia. Decidere quindi se Piersilvio avrà la quota maggiore, oppure no.
Cairo a Mediaset? Il piano c’è
Se pensate che sia solo un problema di percentuali, non è così: il punto lo fa – e neanche poco – il mercato. C’è anche la possibilità, affatto remota, che il colosso passi in altre mani. Si è parlato di Vivendi, ma non è l’unica azienda leader ad aver fatto un’offerta. Le indiscrezioni parlano di un interessamento reale per Cologno Monzese e quel che ne deriva da parte di Urbano Cairo. Il suo non è un nome qualsiasi: attualmente detiene il gruppo RCS e La7. Giornali e televisione.
Due sentieri che Berlusconi ha setacciato e rivoluzionato molto bene. Il Patron di La7 non è da solo: di RCS controlla il 59,94%, ma il punto è la strategia. Cairo, senza esitazione, punta a controllare il polo di Cologno Monzese per ampliare le proprie vedute. In tutti i sensi. Avere La7 e Mediaset significherebbe fare un polo all’americana con 4 reti, a quel punto sarebbe corsa a due: Cairo contro la tv di Stato. Più staccate, invece, Nove e TV8. Il Presidente di La7 creerebbe qualcosa di simile a quello che Berlusconi aveva immaginato – prima di tutti – negli anni Novanta.
Un’unica persona nel calcio, nell’editoria e nei media: tuttofare che tutto muove. Solo all’idea Cairo si sfrega le mani, perchè potrebbe far diventare il Torino come il Milan di quegli anni. In ballo non ci sono solo le finanze, ma anche il prestigio. Ufficialmente ancora non risulta nulla, ma le intenzioni di tentare la sortita ci sarebbero. “È difficile, ma mi piacerebbe provare”, ha detto Cairo a Mentana. Sarebbe, quindi, un cerchio che si chiude.
Il passato che ritorna
I due – Cairo e Berlusconi – hanno lavorato fianco a fianco in Mondadori, poi le cose non sono andate nel verso giusto. Stavolta potrebbero. Anzi sarebbe come una sorta di proseguo, bisogna capire se anche i figli sono dello stesso avviso. A giudicare dalle facce tese del funerale, la famiglia Berlusconi sta passando un momento non facile – sarebbe strano il contrario – ma non è detto che dopo sia meglio. Tutto dipende dalle decisioni da prendere, o lasciare.
Nel caso in cui prevalga la seconda strada, Cairo è pronto all’attacco frontale. Attualmente dissimula: “Mediaset è ben gestita, sapranno cosa fare”, ma dietro c’è molto di più. La consapevolezza di prendere le redini e i frutti di un’eredità non solo concreta, ma anche concettuale. Berlusconi è morto, ma la politica del self-made man è ancora in piedi. E secondo Cairo funziona benissimo.