Il rettore dell’Università di Perugia ha parlato del caso Suarez in occasione del processo, facendo chiarezza anche sulla Juventus e sul ruolo di Cherubini
Oggi è stata una giornata importante per quanto riguarda il caso Suarez ed il processo che in merito ad esso si sta svolgendo. La Juventus è stata assolta già in precedenza per quanto riguarda la vicenda, ma è ovvio che – trattandosi del possibile tesseramento dell’uruguagio all’epoca – la si nomini spesso tra i giudici ed i testimoni che stanno ricostruendo l’accaduto.
Ne ha parlato oggi il rettore dell’Università di Perugia Maurizio Oliviero, che ha ricordato come non ci sia mai stato dolo sull’esame farsa dell’attaccante, né da parte sua, né dalla Juventus. Anzi, il testimone non ha mai ravvisato irregolarità e forzature. “Né la Juventus né l’Università per gli Stranieri (dove si è svolto l’esame) mi hanno prospettato vantaggi o tornaconti per l’esame di italiano di Suarez”, ha detto.
“Tra noi c’è una conoscenza anche perché lui è umbro”, ha detto riguardo la telefonata con l’allora dirigente del club Federico Cherubini, “e, come spesso succede, quando si parla di università a Perugia si pensa a noi, piuttosto che alla Stranieri. Gli spiegai che il nostro ateneo non si occupava di questo tipo di procedure, ma che mi sarei informato. E così feci“.
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