Silvio Berlusconi è scomparso ieri all’età di 86 anni: da Sacchi a Capello fino a Donadoni e Totti, il ricordo dell’ex Presidente
Il decesso di Silvio Berlusconi ha sconvolto l’Italia ed il mondo intero. Una figura carismatica che ha scritto 30 anni di storia del nostro Paese. Statista, politico, imprenditore ma anche presidente di calcio, il più vincente nella storia con 29 trofei in 31 anni.
Manco a dirlo, tantissimi i ricordi di chi l’ha conosciuto in prima persona, con chi ha condiviso con l’ex patron i successi sportivi ma anche i suoi avversari. Urbano Cairo, presidente del Torino, l’ha definito un “trequartista per il tocco magico, un regista per l’organizzazione del gioco ma anche un difensore centrale mastino oltre che un grande portiere capace di parere i colpi“.
“Ho iniziato la mia carriera come assistente – prosegue nel ricordo Cairo – era un visionario e creativo“, ha aggiunto riconsocendo come il Milan fu esempio del calcio italiano degli anni ’90 vincente e ricco. E Cairo ha anche ammesso come non vi sarà più nessun presidente vincente come lui.
Berlusconi, come lo ricordano Sacchi e Donadoni
L’epopea del grande Milan è associata anche alla figura di Arrigo Sacchi che, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, ha ricordato anche il primo incontro con Berlusconi. “Parlai ad Arcore dalle otto di sera alle due di notte, c’era anche Galliani” le sue parole che ha svelato come firmò il contratto in bianco anche per riconoscenza.
“Mai nessun dubbio da Berlusconi che mi è sempre stato vicino” ha svelato, ricordando come fu decisivo nel confronto con la squadra dopo alcuni risultati negativi. “Parlare del Milan lo rilassava, raccontava aneddoti alla squadra, io lo chiamavo più volte al giorno” ha ricordato. E con Sacchi alla guida, confermato a più riprese, iniziò la cavalcata vincente di quel Milan, con le vittorie dello scudetto ma anche e soprattutto della Champions League e della Coppa Intercontinentale.
E Berlusconi e Galliani, con il loro intervento, furono decisivi anche per acquistare Donadoni dall’Atalanta, strappato letteralmente alla Juve. “Mi diede la carica ricordandomi di come si impegnasse lui nel lavoro” ha ricordato, ammettendo come sia stato importante nella sua vita. “Mi regalò anche un quadro dopo un gol al Real Madrid; me l’aveva promesso ed il giorno dopo la mia rete arrivò il Corriere a casa“.
Epopea vincente anche con Fabio Capello in panchina, un tecnico inviso inizialmente al gruppo storico della squadra. ma Berlusconi stimava molto l’allenatore ed in più di un’occasione fece valere la sua posizione di patron, anche con i cronisti. Ed i talenti da sempre sono stati il punto debole dell’ex presidente, come Dejan Savicevic, paragonato a Sivori che Berlusconi voleva sempre in campo e dietro le punte, tanto da chiedere finanche spiegazioni a Capello che non nutriva grande stima per il montenegrino e lo relegava sulla fascia.
Amore viscerale sportivo anche per Boban, altra stella dei rossoneri, quasi preteso come trequartista dietro le punte ai suoi tecnici da Berlusconi che ha sempre amato il bel calcio, quello di qualità.
“Perdiamo il numero uno di tutto e di tutti” ha invece sentenziato Francesco Totti nel commentare la dipartita di Berlusconi. “Ho sempre avuto un bellissimo rapporto – ha aggiunto l’ex capitano della Roma – il suo unico rammarico è stato di non avermi portato al Milan” ha svelato.